La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

Allargare gli orizzonti manageriali: donne che cambiano le aziende

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di Luisa Pogliana

In anni recenti molte donne autorevoli sono arrivate a coprire ruoli decisionali alti, ma pensando e agendo a modo loro, fondandosi sul loro punto di vista. Hanno così portato coraggiose novità, andando oltre le prassi consolidate, quando si mostrano inefficaci o insufficienti. Per questo è utile guardare a queste esperienze, coglierne i princìpi e i metodi, soprattutto di fronte al mondo aziendale ed economico profondamente cambiato, dove niente è come prima e nemmeno il management può essere come prima.

Non è una questione di contrapposizione maschile-femminile: sappiamo bene che a portare aria nuova non sono solo le donne e che non tutte le donne sono così; nella nostra esperienza quotidiana incontriamo uomini che portano una consapevolezza e una cultura lontana dal solito. Resta comunque il fatto che oggi il cambiamento necessario viene più da donne che da uomini, e ragioni ce ne sono.

Più cultura femminile nel management
Il management è un campo dove finora c’è stata quasi solo cultura ‘maschile’, così i manager spesso finiscono per vedere sempre le stesse cose, con lo stesso punto di osservazione. Le donne –arrivate nel management in tempi relativamente recenti– vivono una vita diversa e vedono le cose diversamente, perché partono da un altro punto di vista.
La capacità innovativa di molte manager è stata proprio assumere i ruoli decisionali alti senza adeguarsi alla cultura –una cultura di potere– che lì prevale. Hanno colto la possibilità di influenzare la realtà aziendale stando in quei ruoli, ma fondandosi sulla propria visione dell’azienda e del proprio lavoro. Questo allarga gli orizzonti manageriali.

DonneManager

Si tratta però di un comportamento non facile e non scontato e che si conosce ancora poco, soprattutto perché resta un problema: molte delle cose diverse che le donne fanno non vengono valorizzate proprio perché non corrispondono ai modelli conosciuti. Sono facilmente ridotte a ‘buone pratiche’ da cui prendere tutt’al più qualche spunto. D’altra parte le donne stesse parlano poco delle loro innovative esperienze, perché ai loro occhi appaiono ovvie, non pensano che se ne possa ricavare anche un ragionamento teorico. Così i princìpi di queste esperienze non entrano nella cultura manageriale.

Su queste esperienze, però bisogna riflettere, per apprendere i fattori che hanno prodotto buoni risultati. Il libro, Esplorare i confini. Pratiche di donne che cambiano aziende (GueriniNext, 2016), ha proprio questo obiettivo: guardare alcune di queste politiche per mettere a fuoco gli orientamenti e i valori che ne emergono, i criteri che possono essere trasmessi e utilizzati altrove. Perché non basta che cose nuove accadano, bisogna anche che vengano inquadrate in un pensiero organizzato.

Pensare a partire da una pratica esperita serve a trasformare l’azione in conoscenza che può essere usata in altre situazioni. Non si tratta di formulare teorie astratte, ma di non separare pensiero e azione.
Non ci sono ambiti particolari in cui le donne hanno portato queste innovazioni: ne toccano diversi, perché una visione differente si manifesta in tutti gli aspetti di questo lavoro. Vediamo interventi su organizzazione, gestione degli obiettivi di budget, formazione, progettazione, cambiamento dei processi, per fare qualche esempio. Si smentisce lo stereotipo per cui l’apporto delle donne viene ricondotto alle supposte attitudini femminili: le relazioni, la cura…

Per leggere l’articolo completo (totale battute: 19.000 circa) – acquista la versione .pdf scrivendo a daniela.bobbiese@este.it
(tel. 02.91434419)

Commento

  • Salve, trovo l’articolo molto interessante e in linea con le riflessioni che, personalmente, sto portando avanti tra me e me ;))))
    Avrei molto piacere acquistare il libro per leggerlo e poi inviarvi la mia personale opinione.
    Dove posso trovare il libro?
    Grazie!
    Marilena

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