La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

Giornata del lavoro agile: aumentare la produttività vincendo lo stress

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Si è svolta a Milano il 6 febbraio, su proposta di Chiara Bisconti, assessore alla Qualità della vita del Comune di Milano, la prima giornata del lavoro agile. Un esperimento del nuovo Piano territoriale degli orari, istituito con legge nazionale nel 2000 e legge regionale nel 2004, per promuovere un’organizzazione del lavoro che segua le trasformazioni della città. Più tempo per sé, più qualità della vita, più produttività, meno stress e meno inquinamento, questi gli obiettivi.

La società connessa, le tecnologie emergenti e i conseguenti nuovi comportamenti degli individui stanno cambiando il modo di lavorare. Le persone, sempre più in movimento, richiedono una maggiore flessibilità.

Le nuove tecnologie come la banda larga, il cloud computing, i big data stanno modificando la nostra relazione con la tecnologia e il crescente uso dei social media sta assottigliando sempre più i confini tra vita privata e lavorativa.

Il lavoro agile, definito finora anche telelavoro o lavoro flessibile, non richiede una postazione fissa in ufficio; consente di svolgere i propri compiti ovunque, da casa, dal bar, dal parco, dalla palestra o da una postazione in co-working. È una modalità che soddisfa chi lavora e rende le imprese più competitive. Riduce i costi operativi e i tempi di spostamento per lavoratori e lavoratrici e ciò incide positivamente sullo stress delle persone, aumentando i momenti da dedicare a se stessi e ai rapporti sociali, e sulla città, con una potenziale riduzione del traffico nelle aree urbane e delle sostanze inquinanti (meno 1,5 tonnellate di CO2 l’anno) dovute ai mezzi di trasporto.

“In un’economia sempre più legata ai servizi e all’innovazione piuttosto che alle produzioni tradizionali assistiamo al venir meno del legame inscindibile tra luogo fisico, prestazione e produzione. Questa prima sperimentazione del lavoro ‘agile’ incentiva una flessibilità buona che accompagna le esigenze di conciliazione dei lavoratori e alla quale, oggi, amministrazioni, privati e organizzazioni sindacali devono guardare con attenzione. Ovviamente il lavoro agile è possibile in un contesto adeguatamente infrastrutturato dal punto di vista tecnologico; per questo abbiamo investito sulle reti Wi-Fi e prestiamo grande attenzione alle nuove forme di organizzazione del lavoro come il co-working, che incentiviamo con una politica ad hoc messa in campo dall’Amministrazione Comunale”. Così l’Assessore alle Politiche del Lavoro, Sviluppo economico, Ricerca e Università Cristina Tajani.

All’iniziativa del Comune di Milano, promossa in collaborazione con ABI, AIDP, Anci Lombardia, Assolombarda, Unione Confcommercio, CGIL, CISL, UIL, SDA Bocconi e Valore D, hanno aderito una cinquantina di aziende che avevano già attivato forme di lavoro flessibile (fra cui IBM, Telecom, Barilla, Nokia, Accenture, Zurich, Nestlé) e altrettante che hanno testato la modalità per la prima volta. Sono stati circa diecimila i dipendenti, fra quelli del Comune e quelli delle aziende aderenti, che sono rimasti a casa per un giorno davanti al proprio computer, gestendo il lavoro in piena autonomia e testando soluzioni già diffuse all’estero e che tardano ad arrivare nel nostro Paese.

Un esperimento riuscito, quello del lavoro agile, che implica un cambio di mentalità da parte delle aziende, laddove l’attenzione non si concentra più sul processo e sul controllo, ma sui risultati e sulla capacità dei dipendenti di organizzare il proprio lavoro.

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