La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

Lavoro e benessere: un’accoppiata impossibile? Sembra di no…

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a cura della Redazione

“Oggi più che mai sentiamo la necessità di valorizzare le persone che ‘abitano’ l’ufficio in una visione che migliori la produttività e soprattutto le relazioni interne ed esterne. Il tempo di lavoro deve essere trascorso in un ambiente congeniale a favorire il confronto affinché ciascun collaboratore possa portare un proprio contributo al di là della gerarchia e possa trarre soddisfazione per sé e per l’organizzazione”. Con queste considerazioni, Alberto De Zan, presidente Assufficio Italia, ha presentato il progetto realizzato dall’architetto francese Jean Nouvel, realizzato all’interno dello scorso Salone Ufficio 2013 a Milano.

Alice Catena
Alice Catena

Sempre maggiore dunque l’attenzione a livello nazionale nel creare un piacere di vivere l’ambiente lavorativo, luogo nel quale passiamo buona parte del nostro tempo. Anche nelle “piccole” Marche si inizia a pensare al welfare lavorativo. E non c’è da stupirsi dato che qualità&lavoro fanno spesso rima nel nostro territorio. “Ci sembra che un approccio tendente a creare benessere nell’ambiente di lavoro sia recente. In realtà non è affatto così. Almeno dal 2000 si dà grande importanza a questo aspetto, anche in relazione alla centralità che la persona ha finalmente raggiunto. Il valore aggiunto di un’azienda è la qualità dell’essere umano che lavorando in team ed in un ambiente accogliente e confortevole è più prestazionale – ci dice Alice Catena marketing & communication manager di CBI EUROPE – . Nella progettazione dell’ambiente di lavoro bisogna sfruttare al massimo l’uso intelligente delle risorse naturali anche se oggi è sempre più frequente ricorrere all’impiantistica domoticizzata. La valutazione dei rischi e anche di quello che io chiamo “dis-confort”da microclima , qualità dell’aria ed illuminazione sono ancora sottovalutati, anche perché in Italia non c’è una normativa ben definita, ma una serie di linee guide e la progettazione si muove in questo panorama frammentato ed in continua evoluzione. Quindi la scelta di adeguare l’ambiente di lavoro a standard elevati diventa soggettiva e dipende da quanto l’imprenditore è attento a questi aspetti. E ci sono sempre più imprenditori che indipendentemente dalle dimensioni aziendale vogliono garantire buone condizioni di vita in ufficio ai loro collaboratori”.

Elica
Elica

Tra questi c’è sicuramente il patron di una grande azienda marchigiana, l’Elica di Fabriano vincitore da anni del premio internazionale Great Place to Work. A raccontarci l’esperienza di questa azienda è Emilio Zampetti, Chief of Human Resource: “In Elica vige il principio della trasparenza, non solo nelle relazioni tra colleghi ma anche nella definizione degli spazi. A partire dall’ingresso in azienda: oltre alla reception e alle sale riunioni c’è un grandissimo spazio chiamato Agorà, ricavato dal primo capannone produttivo e di cui sono state lasciate a vista le strutture originarie. In “piazza” Elica trovano spazio tavolini e sedie, poltrone, bar, vetrate e opere d’arte; un giardino dove, curatissimo, è protagonista un ulivo, simbolo della storia dell’azienda e del legame con la tradizione. Da questo cuore vitale si diramano i vari uffici, tutti trasparenti e divisi da ampie vetrate: una serie di open space modulari e dimensionabili a seconda delle esigenze, dove tutti possono vedere tutti. Spazi ampi e colorati, pieni di luce, dove gli elementi distintivi di un’azienda si mischiano a veri e propri spazi espositivi dedicati all’arte contemporanea”.

Ma come si fa quindi a rendere vivibile e accogliente un ambiente di lavoro? “Acustica, climatizzazione ed illuminazione sono i tre versanti sui quali ci si deve muovere – ci racconta ancora Alice Catena -. La tendenza in termini di arredo per ufficio è o quella di creare barriere molto luminose che rendano ogni zona molto privata ma allo stesso tempo non isolata, di solito si fa con ampie vetrate, oppure si punta sull’open space per permettere un costante fluire di idee, scambi, interazioni. Nell’open space in particolare queste tematiche divengono fondamentali: non si può pensare che tutti vogliano stare alla stessa temperatura o abbiano bisogno della stessa luce e soprattutto che tutti facciano il proprio lavoro senza disturbare gli altri. Per la climatizzazione si può pensare alla creazione di pavimenti tecnici sopraelevati o comunque prodotti a terra, integrati al sistema di condizionamento. In questo modo si crea un plenum tra il massetto e la parte calpestabile, che diventa un’unica grande canalizzazione attraverso la quale far circolare l’aria: in questo modo si creano delle isole di confort personalizzate nelle quali poter programmare temperature diverse o addirittura predisporre cromoterapia. Per quel che riguarda l’acustica, più o meno il discorso è lo stesso. Si possono fornire pacchetti completi di set acustici. Anche in questo caso possiamo parlare di isole di controsoffitto con capacità di assorbimento acustico prossimo all’area di lavoro: abbassando il soffitto attorno ad una zona, si fa si che il rumore prodotto nella stessa venga isolato e non dia fastidio a chi lavora vicino. Oppure si possono realizzare divisori fonoassorbenti tra una scrivania e l’altra. Per l’illuminazione, si può agire soprattutto attorno al tavolo di lavoro, creando un sistema di illuminazione a led per personalizzare la luce, la sua intensità”. Pensateci un attimo. Anzi, pensiamoci un attimo. Quante volte stiamo in ufficio e “litighiamo” per il troppo rumore, perché è troppo freddo o troppo caldo, perché c’è chi vuole la luce spenta e chi la vuole accesa? Piccoli dettagli che però ci coinvolgono ogni giorno e creano tensioni, più o meno latenti, che non ci fanno lavorare bene.

Nell’ufficio che verrà, magari riusciremo ad azzerare queste problematiche, creando la nostra area di benessere all’interno di un open
space, massimizzando le opportunità create dallo spazio aperto ed eliminandone le criticità… non male no?

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