La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

Ubi Welfare, la nuova offerta per rispondere ai bisogni delle persone

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di Chiara Lupi

Il mercato del welfare aziendale si arricchisce di un nuovo attore. Oltre ai provider classici, alle assicurazioni, ai consulenti del mercato del lavoro e al terzo settore – destinato ad avere un ruolo sempre più strategico –  ora anche un istituto bancario italiano entra da protagonista nel settore del welfare aziendale. Si tratta di UBI Banca, che ha lanciato una soluzione integrata di servizi dedicati a persone, imprese e territorio.

Con UBI Welfare la banca presenta un’offerta su scala nazionale che ha l’obiettivo di accompagnare le imprese in un percorso di welfare aziendale in grado di offrire ai propri dipendenti soluzioni che rispondono alla crescente domanda di servizi dedicati a prevenzione, cura, assistenza, educazione e tempo libero.

Hanno presentato la nuova iniziativa Rossella Leidi, Chief Wealth and Welfare Officer di UBI Banca e Letizia Moratti, Presidente del Consiglio di Gestione. L’iniziativa si arricchisce dell’Osservatorio UBI Welfare, presentato da Michele Tiraboschi, Ordinario di Diritto del lavoro e Coordinatore Scientifico di ADAPT che ne curerà la direzione scientifica. L’Osservatorio avrà l’obiettivo di svolgere il ruolo di strumento di analisi sul settore e la sue evoluzioni.

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Da sinistra: Michele Tiraboschi, Letizia Moratti, Rossella Leidi

Nuovi bisogni sociali e nuove soluzioni

Importante partire dai numeri per inquadrare la portata del fenomeno. Nel 2050 l’84% della popolazione italiana sarà inattiva ed è destinato a divaricarsi il gap tra la capacità di offrire welfare da parte del mondo pubblico e la domanda di welfare. La spesa pensionistica pesa nel nostro Paese per il 17% del Pil, tre punti percentuali in più rispetto alla media dell’Unione europea mentre, in percentuale, la spesa sanitaria è invece inferiore di cinque punti rispetto alla media Ue.

Questi numeri, presentati da Moratti, ci dicono che il welfare pubblico deve essere integrato ed è con questo obiettivo che UBI Banca promuove “una piattaforma innovativa in grado di ripensare la sostenibilità in una chiave economica che coniughi profitto e utilità sociale”, ha dichiarato Moratti, Presidente del Consiglio di Gestione di UBI Banca.

“Consapevoli delle sfide demografiche e sociali che non rendono più sostenibile l’attuale sistema economico, siamo tutti chiamati a identificare nuovi modelli in questa direzione. Con UBI Welfare, la nostra banca ne propone uno particolarmente innovativo, in grado di offrire informazione e servizi in campo sociale, sanitario, di assistenza e cura alla persona e di educazione. Crediamo che questa novità acquisti maggiore senso e valore proprio nella prospettiva di un rilancio del welfare aziendale, un indirizzo peraltro promosso e incentivato dallo stesso Legislatore.”

Il welfare di stampo paternalistico, nato in un contesto industriale, non è più adatto a cogliere le esigenze di un mondo del lavoro in profonda rivoluzione e il nuovo servizio UBI Welfare nasce per dare un contributo concreto al sistema.

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La creazione di un ecosistema territoriale

Con queste premesse, la nuova offerta presentata ha l’obiettivo di fornire alle persone soluzioni di benessere lungo l’intero ciclo di vita, e questo rappresenta una evoluzione rispetto al modello di consulenza alla clientela.

Innanzitutto occorre sottolineare che UBI Welfare è stato sviluppato all’interno della nuova struttura Wealth and Welfare, nata a seguito della riorganizzazione di UBI Banca annunciata a giugno 2016 con la presentazione del Piano Industriale 2019-20.

Tra i target primari ci sono le circa 300mila imprese già clienti della banca e che rappresentano i naturali destinatari di questi servizi alle imprese. La struttura, grazie a professionisti dedicati, collabora con il sistema delle associazioni provinciali di Confindustria, di altre associazioni di categoria e con il Terzo settore per lavorare in sinergia con gli operatori del territorio nello sviluppo del Welfare.

Come funzionerà? L’offerta prevede una soluzione di full outsourcing per l’azienda cliente e il supporto della banca in tutte le fasi del progetto: dalla consulenza sulla realizzazione dei fattori abilitanti, ai servizi di education e advisory per imprese e dipendenti, fino alla messa a disposizione e gestione della piattaforma dei servizi di welfare.

La piattaforma consentirà, per esempio, di avere accesso a una nuova Cassa di Assistenza Sanitaria, a Fondi Pensione Aperti, a un network sanitario convenzionato e a rimborsi per le spese sostenute per l’educazione dei figli e la cura della propria famiglia. UBI Welfare, che si contraddistingue per la completezza dell’offerta, darà accesso anche a beni e servizi per il tempo libero e a card-voucher per effettuare acquisti.

Come ha spiegato Leidi, UBI Welfare è progettato in risposta a bisogni di individui e aziende per promuovere la costruzione di un ecosistema di welfare territoriale. Aziende e operatori del Terzo settore dei diversi territori, che rispondono a elevati standard di qualità, infatti, potranno anche diventare fornitori diretti dei beni e servizi che alimentano la piattaforma”.

L’obiettivo è mettere a disposizione una soluzione inclusiva generando partnership che contribuiscano alla creazione di valore sociale. La nuova offerta UBI Welfare è operativa da marzo 2017 ed è accessibile grazie a una rete di specialisti attivabile attraverso tutte le filiali, i centri corporate e i professionisti della divisione Corporate e Investment Banking del Gruppo UBI Banca.

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La lettura del fenomeno attraverso un Osservatorio

Il welfare deve rispondere a nuove logiche di sviluppo: “La fabbrica del futuro è la città”, ha affermato Tiraboschi, Coordinatore Scientifico di Adapt, bisogna creare nuove logiche di rete per le persone”.

In questo nuovo modo di pensare l’economia deve innescarsi una maggiore capacità progettuale da parte anche delle relazioni industriali. L’analisi del contesto è essenziale nell’ottica di offrire servizi coerenti e per questo UBI Banca ha deciso di investire nella ricerca relativa allo stato dell’arte e delle evoluzioni del welfare in Italia.

In collaborazione con Adapt, la Scuola di alta formazione in relazioni industriali e di lavoro, fondata nel 2000 da Marco Biagi, nasce l’Osservatorio UBI Welfare un’iniziativa di analisi e ricerca per elaborare indicatori affidabili e chiavi di lettura con particolare riferimento al welfare aziendale.

“Nel dare vita nel 2000 al centro studi Adapt, Biagi si proponeva di offrire un contributo di riflessione anche progettuale alla costruzione del futuro del lavoro a fronte della grande trasformazione innescata da imponenti cambiamenti tecnologici e demografici già allora intuibili e oggi giunti a definitiva maturazione”, ha dichiarato Tiraboschi. “Ho quindi accettato di accompagnare il progetto attraverso la direzione scientifica di un Osservatorio sul welfare aziendale, perché legato a un’iniziativa in linea con le buone prassi offerte della analisi internazionale e comparata, capace di fornire un contributo concreto alla coesione sociale e allo sviluppo ordinato dei processi economici, mediante la messa a punto di un ecosistema territoriale in grado di rispondere, con logiche di prossimità, ai nuovi bisogni delle persone e delle comunità locali”.

La piattaforma esiste, il mercato anche. Ma il nostro tessuto industriale è costituito da imprese piccole e medie e la grande sfida ora è culturale: sarà anche compito di tutti coloro che nel quotidiano dialogano con le aziende far percepire il valore del welfare aziendale e promuoverne la diffusione.

 

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