La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

BenEssere 2012: l’ambiente di lavoro

, , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

A Milano, l’8 marzo 2012, abbiamo parlato per la prima volta di benessere. Lo abbiamo fatto a 360 gradi e abbiamo quindi anche parlato di cura dell’ambiente di lavoro e progettazione dello spazio ufficio.

La persona nel luogo di lavoro
ambiente di lavoroPer quanto riguarda il luogo fisico in cui si svolge la prestazione lavorativa, Mario Galassini –Amministratore delegato di Solving Efeso– fa riferimento al quadro normativo che include gli standard internazionali Iso, volti a definire i requisiti antropometrici per la progettazione delle stazioni di lavoro: i punti focali sono l’ergonomia e la valutazione delle posture di lavoro. L’ergonomia si occupa dell’interazione tra gli elementi di un sistema e la loro funzione, allo scopo di migliorare la soddisfazione dell’utente e le prestazioni del sistema. Gli obiettivi dell’approccio ergonomico sono ottimizzare la relazione uomo-macchina-ambiente, quindi migliorare la qualità delle condizioni, degli strumenti e delle prestazioni lavorative, prevenire malattie professionali e promuovere il benessere psicofisico. La progettazione ergonomica della postazione di lavoro aumenta dunque la produttività e la flessibilità.

Nonostante gli standard normativi, come ha indicato Roberto Sciarra, General manager di One on One, l’elevata sedentarietà, le cattive abitudini di vita e il preoccupante livello di stress registrato in molte aziende hanno generato, secondo i dati raccolti dall’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute del Lavoro nel 2011, una schiera di persone che per il 25% soffre di mal di schiena e per il 23% di mal di testa; il 9% soffre d’ansia e il 10% risente di disturbi del sonno.

Spazi comuni
Cercare di risolvere i problemi riscontrati dall’uomo nello svolgimento del lavoro ha significato sempre più studiare l’interazione tra individui e tecnologie. Negli ultimi anni, in particolare, la tecnologia ha influito fortemente sulla progettazione dell’ambiente ufficio. Inoltre, il prorompere del mondo digitale ha reso le aziende sempre più liquide, spostando il luogo di lavoro dalle scrivanie alle tasche, come ha evidenziato Maria Rosa Ambroso, titolare di Camaleonte.
Ma il superamento delle barriere spaziali e temporali e la depersonalizzazione del luogo di lavoro, che rischia di rendere le aziende dei ‘non luoghi’, ha causato talvolta difficoltà nella trasmissione dei valori aziendali. D’altra parte, i vincoli architettonici ostacolano la comunicazione tra le persone; ecco perché vengono sempre più abbandonati gli spazi chiusi e progettati ambienti in grado di attrarre e trattenere persone di talento delle nuove generazioni, che prediligono uffici versatili e multiuso o spazi collettivi aperti, fluidi.

Facilitare la collaborazione interfunzionale progettando spazi comuni adeguati agevola il cambiamento e l’innovazione poiché consente la condivisione degli obiettivi grazie a meccanismi di comunicazione efficienti –sottolinea Galassini di Solving Efeso– eliminando i ritardi nei progetti aziendali che sono spesso legati a processi di pianificazione poco chiari e alla scarsa sincronizzazione delle risorse coinvolte nel progetto.

Lo spazio su misura
ambiente di lavoro 2Comunicare meglio è vitale: dal momento che il lavoro isolato occupa soltanto il 30-40% del tempo, una trasformazione che guardi al futuro implica dunque anche spazi per lavorare insieme in modo efficiente e interattivo. Per attivare il cambiamento può quindi rendersi necessaria una destrutturazione degli spazi – lo spazio, ad esempio, deve rispondere anche ai nuovi paradigmi della vendita.

Oltre alla cura della persona pertanto, anche l’attenzione all’ambiente di lavoro costituisce una grande opportunità di crescita per le organizzazioni. In questo scenario di radicale e continuo mutamento, realtà come Camaleonte aiutano a tradurre la cultura d’impresa e il pensiero strategico in luoghi di lavoro e di vita, partendo dalla consapevolezza che lo spazio interpreta e comunica in maniera molto potente. Lo spazio fisico dunque influisce sulle persone. L’open space ad esempio amplifica tutte le emozioni, quindi è importante imparare a gestirle – rimanendo pur sempre se stessi. In particolare, in Italia nelle aziende le persone risultano molto conflittuali e poco capaci di gestire le emozioni. Ogni contesto richiede l’applicazione di una metodologia organizzativa e funzionale specifica, che tenga conto di mission, valori, tipologia di collaboratori –con le loro particolari aspirazioni– e di ambiente di lavoro. Bisogna creare un ambiente positivo per viverlo appieno; affinché un ambiente asettico acquisisca significato, è necessario coinvolgere le emozioni. Per questo uno dei compiti di chi lavora in ambito Risorse umane non deve essere cercare di interpretare i bisogni delle persone, ma farli uscire, guardando a un progetto con gli occhi dell’utente finale.

Ha abbracciato questo principio Zeta Service, che ha operato con successo una riprogettazione dello spazio ufficio assieme ai suoi collaboratori.

Luoghi di vita
In questo scenario i gruppi assumono un grande valore poiché l’ambiente di lavoro è anche un importante luogo dove la persona instaura relazioni sociali. Il benessere è dunque anche relazionale; ecco perché un progetto di benessere deve essere cooperativo. È importante ritrovare insieme il senso e il significato del lavoro, la fiducia nel futuro, inseguire i sogni e, non da ultimo, valorizzare la dimensione femminile.

Anche da questo punto di vista Zeta Service si distingue per una marcata sensibilità al femminile, che l’ha portata a una forte tutela della maternità, al fine di contrastare la fuoriuscita delle donne-mamme dalle aziende, come ci ha raccontato Paola Caccia Dominioni, Responsabile Risorse umane di Zeta Service – azienda qualificatasi Best place to work per tre anni consecutivi. Anche circondarsi di oggetti belli e ricercare la bellezza –intesa come etica e motore d’impresa– aiuta a stare bene.

Come sostiene Enzo Spaltro –i cui principi sono stati abbracciati da Eu-Tròpia– c’è benessere organizzativo quando coesistono possibilità di espressione, pluralità, sentimento del possibile, bellessere e sguardo al futuro. E perseguire il benessere migliora la produttività e la velocità di cambiamento delle aziende.

Ergonomia e illuminazione
La seconda parte del convegno ha approfondito la concezione degli spazi di lavoro, considerando i mutamenti che sta attraversando in funzione di strumenti e tecnologie innovativi che stanno cambiando radicalmente le abitudini di una nuova generazione di lavoratori. Innanzitutto, è bene rilevare che i pilastri della metodologia ergonomica (postura assisa e posizionamento del video corretti, illuminazione appropriata sul piano di lavoro…) contrastano con le cattive abitudini posturali in ufficio che, alla lunga, determinano un vero e proprio discomfort, non solo muscolo-scheletrico, ma anche visivo e respiratorio, come ha evidenziato Luciano Guglielmini, Business consultant di Humanscale.

ambiente di lavoro 3

Un comfort maggiore equivale a un maggiore rendimento, a beneficio quindi di persone e azienda. Nella progettazione di un edificio adibito a spazio di lavoro, riveste un ruolo fondamentale la luce che, oltre a migliorare la qualità degli spazi, sottolinea i volumi e crea atmosfere, nel rispetto dei requisiti di risparmio energetico richiesti dalle direttive europee. L’alternanza di open space, aree dedicate a lavoro, meeting, relax e socializzazione, caratterizzati da morfologie e funzioni differenti, richiede illuminamenti adeguati e il giusto equilibrio tra zone illuminate e zone d’ombra, tra luce artificiale e luce naturale, tra gestione centralizzata e possibilità di regolare autonomamente l’emissione luminosa degli apparecchi, come ha spiegato Jacopo Acciaro, lighting designer di Voltaire.

Reinventare l’ambiente di lavoro
Per creare i presupposti di benessere e armonia, ridurre situazioni di disagio e creare maggiore collaborazione, è importante coinvolgere le persone nelle fasi di cambiamento del layout e dei servizi. L’ambiente di lavoro si struttura con soluzioni e strumenti idonei a supportare specifiche attività e favorire la condivisione delle informazioni; dovrà essere caratterizzato dunque da flessibilità e modularità per rispondere a nuove e diverse modalità lavorative, ha rivelato Antonio Massimo Mimmo, FM Operations director di Dussmann Service.

A portare importanti trasformazioni del luogo di lavoro intervengono fattori demografici, culturali, economici e sociali, come ha sottolineato Paola Lorenzini, Regional operation director di Johnson Controls. L’ufficio del futuro può essere immaginato come un’infrastruttura che sostiene l’agilità organizzativa, consente ai dipendenti maggiore autonomia e possibilità di auto-regolamentazione e li coinvolge stimolando la collaborazione e la comunicazione.

Cristiana Cutrona, Amministratore unico di ReValue, ci ha parlato di un concept spaziale innovativo caratterizzato dalla differenziazione di forme/funzioni e dalla molteplicità di tipologie che, in alternativa alla tradizionale scrivania, permettono di scegliere dove e come lavorare: spazi di lavoro dove aspetti psicofisici, tattili e percettivi della relazione del singolo con il territorio ne amplificano senso di appartenenza e identificazione.

Come ha ricordato l’architetto Stefano Boninsegna, Senior partner di Genius Loci Architettura, ambienti di lavoro di qualità devono promuovere nuove forme di scambio e relazioni sociali con gli ambienti urbani e naturali, agevolando una flessibilità che giova ai lavoratori e a tutta l’azienda.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cookie Policy | Privacy Policy

© 2019 ESTE Srl - Via Cagliero, 23 - Milano - TEL: 02 91 43 44 00 - FAX: 02 91 43 44 24 - segreteria@este.it - P.I. 00729910158
logo sernicola sviluppo web milano

Trovi interessanti i nostri articoli?

Seguici e resta informato!