La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

flessibilizzarsi

Oggi più che mai occorre flessibilizzarsi. Non eravamo abituati ad avere al tavolo un interlocutore fastidioso che non si accontentava di negozia­re qualcosa per ritenersi soddisfatto e continuare a servire. Il fatto è che, pur rendendoci conto che i tempi sono cambiati, ci si osti­nava ancora nella vecchia abitudine di considerare – e utilizzare – la tec­nologia come un mezzo, utile e, ta­lora, persino indispensabile, ma pur sempre uno strumento da maneg­giare con attenzione, avendo cura di seguirne gli sviluppi e preoccu­pati della sua crescente pervasività. Leggi tutto >

Nessuno come Heidegger ha ripreso, nel Ventesimo Secolo, il filo del pensiero greco. Il “senso dell’essere” consiste nel continuo tentativo di transitare dalle tenebre alla luce.

In Sein und Zeit, l’Essere e il tempo, uscito nel 1927, ci parla di lichtung, la radura nel bosco. Trent’anni dopo, precisando il suo pensiero, scriverà che ciò che importa non è la radura, ma la sua ricerca. Verbo lichte: ‘diradarsi’, ‘sfoltire’, e anche: ‘levare l’ancora’, ‘salpare’. Leggi tutto >

zamagni intervista

Dario Colombo intervista Stefano Zamagni, docente di economia politica – UNIVERSITÀ DI BOLOGNA E JOHNS HOPKINS UNIVERSITY e co-fondatore – SCUOLA DI ECONOMIA CIVILE, relatore del Convegno WELLFEEL – Benessere organizzativo e Welfare aziendale, tenutosi a Milano il 12 e 13 giugno 2018.

Fino al 1980 la produttività italiana era superiore a quella tedesca ma a questo andamento positivo ha fatto seguito un’inversione di tendenza e il conseguente tracollo di cui tutti siamo testimoni oggi. Ciò è da imputare a un’organizzazione del lavoro ormai obsoleta, legata al modello Ford/Tayloristico oggi decisamente anacronistico nello scenario delineatosi a seguito della terza e, soprattutto, della quarta rivoluzione industriale. Leggi tutto >

Le aziende si trovano ad affrontare un periodo difficile per molteplici fattori generati dalla crisi economica, finanziaria e sociale, e da approcci al risultato parossistici e integralisti. Fra questi, a titolo esem­plificativo, possiamo ricordare la fragilità dei valori guida d’azienda, collegata alla volubilità e liquidità dei valori es­istenziali e di business globali; la necessità di pensarsi e di agire in logica di innovazione continua, piuttosto che di rendita sui livelli raggiunti; la volatilità delle conoscenze e delle competenze consolidate in anni di fatica e lavoro; la difficoltà (o apparente impossibilità) di cambiare approcci manageriali, comportamenti aziendali, assetti organizza­tivi tanto sedimentati quanto vincolati dai sistemi clanici e lobbistici; il concetto di compliance diventato il fine, non il mezzo, per assicurare correttezza operativa e decisionale e capacità di controllo, a cui si sottostà e che viene accet­tato acriticamente… e altro ancora. Leggi tutto >

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