La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

Antonio Rinetti, consulente di direzione Hr e Senior Consultant Eurosearch Consultants, e precedentemente direttore Hr in Mediobanca, ci offre un quadro di rilievo sull’evoluzione delle politiche retributive data la sua trentennale esperienza in azienda.

Il primo punto fermo è: “Ci si occupa di politica retributiva chiaramente solo se l’azienda è oggettivamente in buona salute ed efficiente. Anche perché in caso contrario vige il contenimento dei costi o, peggio, tagli a retribuzioni e posti di lavoro.
In questo momento sono chiare però le priorità di tutti: occupazione e garanzie di mantenimento del posto di lavoro. A differenza di qualche anno fa in cui, in presenza di utili rilevanti, era importante puntare su incentivi che premiassero il merito di buone performance. Per fortuna ci sono delle aziende che vanno bene e possono fare azioni in questo senso”. Leggi tutto >

Proposte per il benessere organizzativo
Adam Smith disse che “un uomo è felice dove lavora se è trattato da uomo e se sa che c’è interesse a che lui stia bene”.
Alberto Perfumo, Amministratore delegato di Eudaimon, dichiara: “Noi facciamo totalmente nostra questa posizione”. Il benessere in azienda è una condizione di reciproca convenienza per le persone e per l’azienda stessa: l’impresa promuove la qualità della vita e del lavoro dei collaboratori, i quali apprezzano gli ‘strumenti’ messi a disposizione dall’azienda, partecipano al lavoro con intensità e forniscono il loro contributo straordinario di attenzione, impegno e creatività; migliora, quindi, la qualità dei processi di business e dei prodotti dell’impresa; questi miglioramenti finanziano il benessere organizzativo e lo rendono conveniente e sostenibile. La crisi non sembra turbare le aziende; anzi, in questo periodo sono sempre più numerose le imprese decise a investire nel benessere delle loro persone. Esse hanno capito che dedicare attenzione ai dipendenti significa crescere prima di tutto in termini di competitività, potenziare il valore del brand e migliorare l’immagine dell’azienda sul mercato. Senza dimenticare che un programma di benessere ‘ben fatto’ ha costi contenuti e genera più risorse di quelle che richiede. Il che non è poco rispetto alle difficoltà economiche attuali. Leggi tutto >

Survey Gi Group Academy: gli effetti della Riforma Fornero

L’Osservatorio permanente sulla riforma del mercato del lavoro, promosso da Gi Group Academy in collaborazione con Gi Group e OD&M Consulting, presenta la prima di una serie di rilevazioni online −a cadenza semestrale− per fotografare gli effetti prodotti dalla recente normativa dopo sei mesi dall’entrata in vigore.
Hanno partecipato Hr manager e imprenditori di 500 aziende, principalmente PMI (69%) nei settori più rappresentativi della realtà italiana −industria, commercio e servizi− su tutto il territorio nazionale. I dati sono stati raccolti tra la metà di dicembre 2012 e fine gennaio 2013. Ecco le principali evidenze della ricerca. Per il 54% delle aziende campione l’unico obiettivo raggiunto dalla riforma del lavoro è la riduzione degli abusi improprio delle forme contrattuali flessibili.
Per chi ritiene che la riforma sia stata ininfluente nelle scelte di gestione del personale, è diminuito il ricorso a collaborazioni
a progetto (51%), Partite Iva (45%), contratti di inserimento (45%), a tempo determinato (42%); mentre è aumentato il ricorso ai contratti di apprendistato (50%) e ai contratti di somministrazione a tempo determinato (36%). La legge Fornero non diminuisce il costo del lavoro per quasi tre imprese su quattro (73%) e non aumenta l’occupazione per due terzi (66%). Per il 59% degli intervistati
la legge non introduce competitività nel sistema, per il 54% non aumenta l’inserimento dei giovani nel lavoro e, per un rispondente su due, non favorisce l’instaurazione di rapporti di lavoro più stabili e, al contempo, non facilita i licenziamenti (52%). Leggi tutto >

Proposte per il benessere organizzativo
Lo stato di benessere in azienda è legato all’ambiente e al clima che le persone vivono quotidianamente.
È un dato poco misurabile ma, ricorda Gian Marco Nuvoloni, Direttore Area Corporate – Wish Days, può essere ricollegato al tasso di turnover: aziende che hanno un livello di benessere medio-alto vantano tassi di turnover medio-bassi, grazie alla poca fuga di risorse, che tendono a rimanere dove si respira un clima positivo. Il benessere può essere dato da tanti fattori: economico, legato alle prospettive di crescita all’interno della struttura organizzativa e alle azioni del datore di lavoro destinate ai dipendenti (gratificazione e attenzione alla persona, farle capire che è una risorsa fondamentale per l’azienda, mantenere un buon rapporto tra benefit materiali e immateriali…). A causa della fiscalità italiana e dell’economia, per le aziende è molto difficile erogare un premio in denaro o in beni a causa di un’imposizione fiscale molto elevata.
Ecco perché la direzione risorse umane tende a ottimizzare il budget a disposizione in modo che i dipendenti percepiscano appieno lo sforzo dell’azienda nei loro confronti. Leggi tutto >

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