La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

I programmi di welfare aziendale sono sempre più diffusi e non riguardano soltanto le grandi imprese: numerose sono ormai le aziende di medie dimensioni che ogni anno incrementano la platea delle organizzazioni responsabili e family friendly.


Eppure esistono degli ostacoli alla diffusione del welfare aziendale nelle PMI. I principali sono rappresentati dalla taglia dimensionale di queste aziende e da una disciplina fiscale che non sempre è attenta alle specifiche esigenze e non le favorisce quando si avvicinano a temi come la conciliazione vita-lavoro, la flessibilità, il sostegno al reddito generabile tramite formule di servizio che potrebbero essere maggiormente incentivate.
Proprio il target dimensionale delle PMI è oggetto di due recenti interventi pubblici a sostegno del welfare in azienda: il Piano Territoriale della ASL Milano 2 e la Regione Lazio hanno stanziato specifiche risorse dedicate, rispettivamente, alle iniziative di conciliazione vita-lavoro e all’attivazione di servizi di asilo aziendale. Insieme Conviene, questo il nome del progetto milanese, è finanziato per 50mila euro, mentre il Pacchetto Famiglia della Regione Lazio è coperto con un milione di euro: importi non molto alti, visti gli obiettivi, ma che, se non altro, basteranno ad attivare iniziative che potranno poi servire da utile benchmark per altre aziende del territorio, favorendo la diffusione di buone prassi di welfare integrativo.
In queste aree virtuose, tramite lo stanziamento di fondi dedicati, si interviene sul fronte dell’incentivazione all’introduzione di servizi di welfare aziendale. Essenziale, però, per una reale diffusione delle prassi e per favorire l’accesso a questi fondi è la snellezza procedurale e la chiarezza delle regole: troppo spesso le imprese, quando partecipano a questo tipo di bandi, devono fare i conti con appesantimenti burocratici che finiscono per farle desistere dal tentare di accedere al finanziamento disponibile.
Welfare Company –prima e unica azienda a capitale interamente italiano, collegata a Qui! Group Spa e specializzata nell’allestimento di servizi a supporto dei programmi di welfare aziendale – affianca le aziende coordinandone le iniziative proprio in vista della partecipazione ai bandi di finanziamento con servizi di consulenza specializzata sulle tematiche oggetto degli stanziamenti pubblici. Leggi tutto >

Il lavoro flessibile sta conquistando il sostegno di manager e imprenditori in tutto il mondo: è quanto emerge dall’ultima ricerca svolta da Regus, il principale fornitore di spazi flessibili, che ha intervistato oltre 44.000 uomini d’affari in più di 100 Paesi.
La stragrande maggioranza degli intervistati a livello globale (72%) si ritiene favorevole a questa evoluzione organizzativa. Il dato relativo all’Italia segnala, invece, delle difficoltà a comprendere e ad adeguarsi al cambiamento. Solo poco più della metà (58%) di dirigenti e imprenditori intervistati accoglie infatti positivamente questa evoluzione verso il lavoro agile e flessibile (http://www.regus.it/blog/latest-news/che-cose-il-lavoro-flessibile/). Leggi tutto >

Anche quest’anno sono stati resi ufficiali i dati del Barometro Ipsos sulla percezione del benessere lavorativo e sulle aspettative professionali dei dipendenti. L’indagine è stata realizzata su un campione rappresentativo di dipendenti di 14 paesi europei: Francia, Regno Unito, Germania, Belgio, Spagna, Italia, Svezia, Polonia, Romania, Turchia, Finlandia, Austria, Repubblica Ceca e Paesi Bassi. 
L’istituto di ricerca che dal 2004 conduce l’indagine per conto di Edenred – leader mondiale nella gestione dei fondi finalizzati per le imprese – riporta alcuni risultati non troppo rosei. L’Italia è terza in Europa, dopo Francia e Polonia, per sfiducia nel futuro lavorativo. Il mercato del lavoro italiano pare essere tra i più immobili in Europa, con dipendenti sfiduciati per le proprie prospettive professionali al punto da rinunciare, nel 66% dei casi, a ricercare attivamente un nuova posizione. Pare, infatti, che i nostri connazionali rimangano fedeli alla propria azienda non tanto per la qualità di vita al lavoro (i soddisfatti sono solo il 26%, in calo di 3 punti rispetto allo scorso anno), ma perché credono di non potersi ricollocare rapidamente (77% del campione).
Dalla ricerca è emerso, quindi, il desiderio di una nuova organizzazione del lavoro e di una nuova cultura manageriale fondata su tre pilastri: maggiore delega, lavoro di squadra e propensione al rischio. Leggi tutto >

La crisi economica e la riduzione dei fondi pubblici destinati al welfare ha indotto le imprese responsabili a fornire risposte concrete ai crescenti bisogni sociali della popolazione aziendale. Questo con importanti ritorni in termini di aumento del benessere delle persone – vero asset strategico delle organizzazioni – ed effetti positivi sulla produttività.
Lo stato attuale del welfare aziendale vede alcune buone pratiche, ormai celebri e note ai più, ma anche tanti casi di fallimento, che non sono mai stati presi in esame e il cui numero è a tutt’oggi ignoto. Per cercare di capire cosa funziona e cosa no in una iniziativa di welfare aziendale, Luca Pesenti, professore dell’Università Cattolica, ha svolto un’indagine sul futuro del welfare aziendale, prendendo in considerazione il punto di vista di 100 HR manager.
I risultati della ricerca sono stati presentati nel corso di un convegno organizzato da GIDP il 29 aprile scorso presso la sede di Unicredit.
Leggi tutto >

Cookie Policy | Privacy Policy

© 2019 ESTE Srl - Via Cagliero, 23 - Milano - TEL: 02 91 43 44 00 - FAX: 02 91 43 44 24 - segreteria@este.it - P.I. 00729910158
logo sernicola sviluppo web milano