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Robot e uomo

Poletti: Diritti e welfare ai tempi dei robot. A colloquio con il Ministro del Lavoro

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Giuliano Poletti
Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali

Disoccupazione, transizione scuola-lavoro, nuovi modelli organizzativi e professioni digitali. E ancora occupazione femminile, sostegno al sistema manifatturiero e provvedimenti ad hoc per i lavoratori autonomi. Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali (con delega alle Politiche Giovanili), intervistato nel numero di Maggio-Giugno-Luglio 2017 di Sviluppo&Organizzazione – rivista edita dalla casa editrice ESTE – traccia un bilancio dei suoi tre anni trascorsi al Ministero iniziati a febbraio 2014.

È disponibile il testo completo dell’intervista.

Nell’intervista rilasciata al Direttore Editoriale di ESTE Chiara Lupi e pubblicata sulla rivista scientifica italiana di organizzazione aziendale e risorse umane diretta dal Professor Gianfranco Rebora, Poletti ha rivendicato gli interventi volti a dare nuovo slancio all’occupazione: “Con la riforma del mercato del lavoro e con la decontribuzione delle assunzioni a tempo indeterminato abbiamo voluto dare una scossa, affinché il mercato del lavoro fosse messo in condizione di cogliere al meglio le opportunità legate alla ripresa economica. Le tendenze registrate indicano che a marzo 2017 gli occupati sono stati 213mila in più rispetto al 2016; rispetto a tre anni fa sono 734mila, 553mila dei quali stabili. Adesso vogliamo proseguire questo impegno con misure che stiamo definendo per inserirle nella prossima legge di Bilancio”.

Il Ministro ha poi ricordato come “resta una priorità dell’Esecutivo favorire un incremento dell’occupazione”, specificando che “nel 2017 sono partite misure specifiche, come il bonus per l’assunzione di giovani iscritti a Garanzia Giovani” e la “decontribuzione per le assunzioni di giovani disoccupati del Sud, impiegando 530 milioni di euro di fondi europei” e “l’esonero contributivo 2017-18, finanziato con 274 milioni di euro per l’assunzione di giovani al termine di un periodo di apprendistato duale o di alternanza obbligatoria”.

Sul tema transizione scuola-lavoro, Poletti ha spiegato che “l’obiettivo del Governo è di promuovere una migliore relazione tra istruzione e lavoro, favorendo un contatto diretto tra studenti e imprese”: “Un supporto viene dal Decreto legislativo di revisione dei percorsi dell’istruzione professionale approvato ad aprile 2017 che pone le basi per un rafforzamento della filiera professionalizzante del sistema di istruzione e formazione. Ora stiamo pensando a forme specifiche di accompagnamento dei giovani al lavoro, sia con l’istituzione della figura del ‘Tutor’ per la transizione scuola-lavoro sia con un rafforzamento dei centri per l’impiego”.

Nella lunga intervista rilasciata a Sviluppo&Organizzazione, il rappresentante dell’Esecutivo ha anche analizzato il nuovo paradigma produttivo imposto dalla rivoluzione digitale che sta trasformando le aziende: “La diffusione dell’innovazione crea nuove figure professionali e richiede competenze aggiornate, in particolare in ambito aziendale. Diventa quindi essenziale l’orientamento e l’armonizzazione tra conoscenza e lavoro con percorsi di studi e di formazione più vicini al lavoro che cambia”. Inoltre, Poletti ha auspicato un “profondo ripensamento del sistema complessivo della formazione”: “Vogliamo sviluppare, per chi già lavora, un percorso di lifelong learning per assicurare a tutti le competenze necessarie per un mercato straordinariamente dinamico”. A tal proposito, il Ministro ha citato il “progetto Crescere in Digitale, nato dalla partnership con Google e le Camere di Commercio che “punta ad accrescere le competenze dei Neet per farli diventare ‘evangelizzatori digitali’ delle nostre Piccole e medie imprese”.

Sempre analizzando i nuovi paradigmi produttivi, Poletti ha voluto soffermarsi, oltre che sulla nascita di nuove professioni (“Serve intervenire sul tema dei lavori creati da piattaforme e da algoritmi cogliendone gli aspetti positivi per i consumatori, ma salvaguardando l’imprescindibile esigenza di garantire a tutti un lavoro dignitoso”), anche sulla sempre più importante presenza di robot in fabbrica e il conseguente rapporto con i lavoratori: “Dobbiamo cogliere le opportunità del futuro, definendo un quadro aggiornato di tutele, ma senza lasciare indietro i lavoratori di oggi, che comunque si trovano a fare i conti con un’innovazione che fa evolvere il loro lavoro. Dobbiamo agire per diminuire le disuguaglianze e promuovere una relazione positiva tra condizione umana e innovazione tecnologica, con politiche coordinate a livello internazionale, per evitare il dumping sociale”.

Sul tema manifatturiero, il Ministro ha precisato come si tratti di un settore “fondamentale per l’Italia”, che “riveste un ruolo centrale”, perché “è il comparto che più può creare e diffondere innovazione”: “Il nostro impegno è quello di creare le condizioni favorevoli a un suo sviluppo solido e qualificato che possa tradursi in nuove opportunità di occupazione. Per questo il Governo ha ridotto la tassazione sulle imprese – Irap, Ires, Imu sugli imbullonati – e adottato una serie di strumenti, con la legge di Stabilità 2016 e confermandoli e potenziali nella legge di Bilancio 2017 (il riferimento è a superammortamento, iperammortamento, credito di imposta per ricerca e sviluppo e la nuova Sabatini, ndr) per favorire un rilancio degli investimenti e della competitività”.

Con Sviluppo&Organizzazione Poletti ha commentato anche la recente conclusione del percorso di riforma del Jobs Act, ora completato con il provvedimento volto a valorizzare il lavoro autonomo non imprenditoriale. “Il provvedimento vuole sostenere e valorizzare il lavoro autonomo non imprenditoriale, attraverso un sistema di tutele specifiche; di particolare significato sono il riconoscimento dell’indennità di maternità e l’indennità di disoccupazione per i collaboratori”. Nel provvedimento ribattezzato ‘Jobs Act per i lavoratori autonomi’ compaiono anche le misure per lo Smart working, che fissano con chiarezza le nuove regole per la prestazione in modalità ‘agile’: “Si tratta di migliorare la qualità della vita dei lavoratori dipendenti, favorendo la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro attraverso la modalità del lavoro agile”.

In chiusura di intervista, il Ministro ha affrontato la questione del lavoro femminile: in Italia le donne lavorano poco e guadagnano in media meno degli uomini. “Il livello dell’occupazione femminile è troppo basso in assoluto e in rapporto agli altri grandi Paesi sviluppati e determina infatti uno spreco di talenti e di opportunità di crescita per tutto il Paese”, ha ammesso Poletti. Che ha precisato come ci sia ancora “molto da fare per raggiungere un’effettiva realizzazione delle pari opportunità”.

Tuttavia, il rappresentante del Governo ha ricordato che “negli ultimi tre anni, l’occupazione femminile è cresciuta di circa 250mila unità”, inoltre “a un anno dall’entrata in vigore della norma introdotta per impedire l’indecente pratica delle dimissioni in bianco” c’è stata una “riduzione molto significativa delle dimissioni volontarie”. Infine una risposta al problema dell’occupazione femminile, secondo il Ministro, è arrivata grazie al Jobs Act che ha “rafforzato le misure per la conciliazione dei tempi di lavoro e di cure familiari” e in questa direzione è anche la “conferma del bonus asili nido per le mamme lavoratrici, dipendenti e autonome, per le quali l’ultima legge di Bilancio ha previsto una dotazione di risorse di 50 milioni di euro, più che raddoppiata rispetto al 2016”.

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