La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

Idee per la diffusione dello smart working: la parola alle ragazze di ‘C to Work’

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Si è conclusa all’Urban Center di Milano, mercoledì 4 febbraio, l’avventura delle ragazze di C to Work, progetto che Piano C ha ideato per reinventare l’identità professionale delle donne; dipendenti, libere professioniste o disoccupate. Sei idee per diffondere lo smart working, dagli incentivi fiscali ai coworking di quartiere fino al ripensamento dell’intero outfit ufficio.
Grazie alla partnership tra Piano C e Cisco Italia è stato possibile organizzare un percorso di orientamento di dodici settimane, dedicato alla diffusione della cultura dello smart working. Cristina Coppellotti (laureata in Psicologia, mamma e social HR), Giuditta Deodato (laureata in Antropologia Culturale e oggi libera professionista) e Mara Pieracci (commercialista e counselor professionista) sono state affiancate da madrine e padrini d’eccezione che hanno creduto nel programma e supportato le idee elaborate.

Tra gli altri: Chiara Bisconti, Assessora al Benessere, Qualità della vita, Sport e tempo libero, Risorse umane, Tutela degli animali, Servizi generali; Davide Formica, Manager per Cloud e Sviluppo servizi di business Cisco Italia; Flavia Caldera, Presidente Donne Impresa Confartigianato Lombardia; Fiorella Crespi, Responsabile Ricerca Osservatorio Smart Working Politecnico di Milano; Monica D’Ascenzo, Giornalista de Il Sole24Ore.

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Le sei idee di C to Work

Gamification e smart working

gamification-lead-generation--BG20131217141557La gamification è uno strumento molto potente per coinvolgere, motivare, appassionare. Molto utile in contesti legati all’apprendimento e come elemento per favorire la modellazione di nuovi comportamenti. Utilizzare la gamification per favorire la diffusione dello smart working garantirebbe una migliore conoscenza della nuova organizzazione aziendale, una più incisiva modifica dei comportamenti a essa collegati e un sicuro coinvolgimento della popolazione aziendale più giovane.
I tre temi proposti per la sfida sono i seguenti:

  • creazione di un game che aiuti la diffusione della conoscenza della teoria e delle prassi dello smart working;
  • creazione di un game per rendere le riunioni più efficaci, snelle e fruibili anche da remoto;
  • creazione di un game in grado di rendere più facile ed efficace la definizione degli obiettivi dei collaboratori in ottica di implementare il Management by Objectives, approccio organizzativo fondamentale per la corretta gestione di un’organizzazione basata sullo smart working.

A scuola di smart working
Come si può creare una cultura dello smart working? Come si può agire per rendere i futuri lavoratori più preparati e pronti a lavorare in modo agile? A scuola di Smart Working nasce da queste domande. Collaborazione e lavoro di gruppo, autonomia e responsabilità, lavoro per obiettivi, fiducia, leadership collaborativa: sono solo alcune delle competenze coerenti con prassi e logiche proprie di un sistema aziendale in un’ottica smart. Insegnare lo smart working a scuola significa introdurre moduli e modalità didattiche in grado di trasmettere queste competenze e valori nei percorsi scolastici di ogni ordine e grado: dalle scuole primarie alle Business School. Detti moduli saranno creati da un team multidisciplinare di esperti e professionisti di apprendimento e dell’età evolutiva e condotti da professionisti che si occupano di formazione per ognuno dei livelli scolastici coinvolti (pedagogisti, psicomotricisti, insegnanti, docenti ecc.). si è anche pensato alla creazione di Virtual Leonardo, un portale che permetta di fare incontrare aziende e studenti in modo tale che i secondi, lavorando in modo collaborativo da remoto, possano offrire soluzioni e approfondimenti a problemi e tematiche proposte dalle aziende. Per usare le parole di Peter Bishop, direttore del corso di laurea in Futures Studies all’Università di Houston e ideatore di Teach the future, un’organizzazione di educatori e comunità di partner: “Introdurre la tecnologia a scuola non basta, bisogna essere in grado di anticipare i cambiamenti […] Il futuro non deve essere una nuova materia, ma un metodo. Insegnare il futuro non richiede tempo extra, ma modalità di lavoro differenti, un altro approccio”.

Informa Smart Working
L’idea consiste nel suggerire ad amministrazioni pubbliche e a enti privati, consociativi e di categoria, la possibilità di fornire un servizio per prestazioni di orientamento, consulenza, accompagnamento e monitoraggio. Non esiste, infatti, un unico modello di implementazione dello smart working, ma tanti modelli attuativi quanti sono i contesti aziendali e le persone coinvolte in tali processi. Per questo motivo il servizio può rappresentare uno strumento utile.
Si propongono poi due ulteriori declinazioni attuative del servizio, il cui destinatario ultimo è la persona, piuttosto che l’azienda. Si tratterebbe di una consulenza di e-learning, al fine di diffondere la cultura del lavoro agile, e di un percorso di counseling e/o coaching per aiutare le persone a capire quale sia il proprio lavoro ideale e la strada per raggiungerlo, tenendo conto di una condizione di work life balance, concetto chiave dello smart working.

Outfit dell’ufficio e uso strategico degli spazi
L’idea consiste nel proporre, sia a grandi aziende sia a piccole e medie imprese, una riconfigurazione dello spazio ufficio, basata sull’interazione fra spazio fisico e performance aziendali. Lo spazio di lavoro non dev’essere inteso solo come luogo in cui si produce, ma anche come ambiente interattivo e diversificato a seconda delle esigenze e delle necessità di chi lo vive ogni giorno.
Diverse ricerche evidenziano, non a caso che l’ambiente di lavoro ideale è quello che rispecchia il concetto di “tavolozza di luoghi”. La coesistenza, cioè, di diverse tipologie di spazi lavorativi, dall’open space con postazioni libere alle aree dedicate alla socializzazione, fino a quelle dedicate alla concentrazione. Il risultato di tale concezione dell’outfit aziendale è un aumento del benessere organizzativo, della motivazione e della produttività dei dipendenti.
Si suggerisce la realizzazione di orti e terrazze aziendali, per esempio; il restyling delle aree dedicate alla pause lavorative per favorire la socializzazione; lo sfruttamento di spazi aziendali per attività extra-aziendali, aperte sia ai dipendenti sia al pubblico esterno. Anche l’allestimento di percorsi “museali” in azienda può essere un’iniziativa interessante. Diverse ricerche scientifiche, infatti, dimostrano che esiste una relazione positiva tra opere d’arte e produttività nel workplace. Una relazione che si esprime come una diminuzione dello stress e della fatica e, d’altra parte, un’intensificazione delle capacità di problem solving, decisionalità, responsabilità e progettualità.

Coworking di quartiere

eng1Il coworking di quartiere è uno spazio, gestito e finanziato da istituzioni pubbliche o da enti privati, che si basa sui classici pilastri del coworking: collaborazione e condivisione di esperienze e competenze lavorative, architettura che favorisce lo scambio e il networking, facilitando dunque l’affermazione di una cultura collaborativa che è alla base dello smart working. Tuttavia allo stesso si aggiunge la particolarità della declinazione “di quartiere”. In altre parole, si pone l’accento su una dimensione di socialità, scambio e condivisione alimentata da un microcontesto quale può essere quello del vicinato, del quartiere o di un singolo spazio privato. In questo senso il coworking di quartiere aumenta il senso di appartenenza a una comunità di persone, a un luogo, attivando processi di rivitalizzazione di spazi pubblici e/o privati.
Si pensa di declinare l’iniziativa anche in un’ottica green, favorendo la nascita di postazioni di lavoro in aree verdi che prendono nome di “coworking park”: un piccolo contributo ai temi legati alla sostenibilità ambientale, alla cura del verde, alla tutela della salute attraverso attività all’aria aperta che si vanno di giorno in giorno sempre di più diffondendo.

Incentivi fiscali allo smart working
La decisione di passare a un tipo di organizzazione aziendale basata sullo smart working potrebbe dipendere dalla presenza di forme di incentivazione economica: l’idea proposta è quella di dare uno sguardo alle agevolazioni di natura tributaria. Il tutto nella consapevolezza che la loro attuabilità è condizionata a due elementi fondamentali e imprescindibili ovvero l’entrata in vigore di una legge di regolamentazione sullo smart working e la presenza di risorse finanziare adeguate a copertura degli incentivi
La “ricetta” delle ragazze di C to Work prevede un beneficio fiscale specificatamente dedicato a facilitare quelle realtà aziendali che si sono incuriosite alla filosofia dello smart working tanto da decidere di intraprendere un primo passo per realizzarla al loro interno. La proposta è quella di estendere le agevolazioni “Bonus ristrutturazioni” e “Bonus mobili” anche agli immobili strumentali delle imprese, così da facilitare il restyling degli spazi lavorativi dedicati, per esempio, alle pause e alle riunioni informali. Il vantaggio è quello di valorizzare incentivi fiscali già esistenti attraverso un’estensione dei requisiti soggettivi previsti per la loro applicabilità: in altre parole, estenderli alle aziende di modo da metterle nella condizione di avvicinarsi gradualmente allo smart working.

 

“Sono idee originali, nuove, diverse, come il lavoro e il percorso fatto da chi le ha prodotte”, ha commentato Riccarda Zezza, Presidente di Piano C. “Tutti insieme, noi di Piano C, sogniamo anche che queste idee siano utili, che siano messe in pratica, che ispirino dei cambiamenti, che producano innovazione.”

Mentre Marianna Ferrigno,  Inclusion & Diversity Leader di Cisco Italia, così si è espressa: “Siamo molto colpiti dalla qualità e dalla creatività delle proposte nate dal lavoro di questi mesi; ognuna di esse stimola da un diverso punto di vista la riflessione sullo smart working, è una vera e propria ‘filosofia di vita’ che abbiamo adottato da sempre e che favoriamo anche sviluppando tecnologie che consentono di lavorare e collaborare in modo flessibile. Un mondo del lavoro smart offre opportunità nel rispetto della diversità delle esigenze di vita e di esperienze: realizzarlo è una scelta intelligente, etica ed estremamente produttiva perché permette a tutti di contribuire pienamente alla società e all’economia senza disperdere risorse preziose”.

 

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