La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

La cultura come incontro di culture.

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Paolo Soraci
Responsabile Ufficio Stampa e Relazioni Pubbliche
Librerie Feltrinelli

Paolo SoraciEra al centro rifugiati di via Monluè a Milano. Oggi lavora alla Feltrinelli in Corso Buenos Aires e divide la casa con altri ragazzi.
La storia di Amin, giovane profugo afgano, è la prima a incrociare il mondo Feltrinelli.
È il novembre 2008 quando la nostra azienda inizia a collaborare con il Comune di Milano per l’inserimento di risorse appartenenti alle cosiddette categorie protette (il progetto di collaborazione con il Comune è stato testimoniato in questa sede dalla dottoressa Ornella Villella, della Direzione Centrale Politiche Sociali e Cultura della Salute – Comune di Milano). Amin lavora prima per un periodo di sei mesi, poi viene assunto. L’esperienza è così positiva che si inizia a pensare a un progetto di più ampio respiro.

Il progetto
Nel 2009, dalla sinergia con il Comune di Milano (nello specifico con il Celav – Centro di mediazione al lavoro – e il Centro di formazione Fleming) nasce un programma per l’istruzione e il successivo inserimento in Feltrinelli di 15 persone.
Sono soprattutto ragazzi extracomunitari – ma ci sono anche due diversamente abili e tre over 50 – selezionati tra una quarantina di candidati. Sono giovani, hanno un’età compresa tra i 20 e i 37 anni, e vengono da lontano. Due dalla Costa d’Avorio, uno dall’Iran, uno dal Togo, i restanti dall’Ecuador, da Cuba, dall’Egitto, dal Marocco, dall’Eritrea e dalla Bulgaria. Hanno studiato: alcuni sono laureati, altri diplomati, una ragazza frequenta il terzo anno della Facoltà di Giurisprudenza. Hanno un vissuto particolare che li ha portati a lasciare il Paese di provenienza per difficoltà economiche o contingenze politiche. Fasce deboli, così vengono definiti, dimostreranno nei mesi seguenti quanto su di loro vada stretta questa definizione.

L’impegno
Nel mese di maggio parte il corso di formazione: 90 ore d’aula per migliorare la conoscenza della lingua italiana e per imparare a usare il computer. Ma c’è di più: sono direttamente interni della Feltrinelli a fornire anche una panoramica generale sulla storia, la cultura e le diverse funzioni di Librerie Feltrinelli. E oltre alle nozioni sul ruolo specifico che ogni ragazzo ricoprirà in seguito, viene spiegato come funziona un’organizzazione e quali sono le regole base di un rapporto di lavoro.

Un nuovo inizio
Arriva il 18 giugno, il giorno in cui si lascia l’aula per entrare nei punti vendita, chi tra scaffali e corridoi come addetto alle vendite, chi alle casse, chi in magazzino. Tutti, comunque, per un periodo tra i quattro e i sei mesi, lavoreranno dalle 21 alle 35 ore a settimana.
Il Comune offre la Borsa Lavoro, la Feltrinelli fornisce i buoni pasto giornalieri. Non è ancora l’assunzione, ma un periodo di prova al termine del quale verrà operata la definitiva valutazione per l’assunzione, in concomitanza con l’apertura della Feltrinelli Express di Stazione Centrale. Alla fine, dei quindici candidati, ne resteranno dieci.
Qualcuno è rimasto nelle Feltrinelli milanesi dove ha consumato il periodo di inserimento, la gran parte è stata inserita nello staff della Feltrinelli Express di Stazione Centrale, il negozio da cui ha preso il via tutto, prima ancora che il progetto prendesse forma.

Il seguito
Il successo dell’operazione Express è stato notevole: la percentuale delle persone confermate lo dimostra. Per questo Comune di Milano e Librerie Feltrinelli realizzano l’anno successivo un nuovo gruppo di inserimento al lavoro, con nuovi giovani.
E siccome la possibilità di assorbimento di nuovi addetti nelle Feltrinelli milanesi è limitata, ai candidati viene richiesta la disponibilità a lavorare anche in città diverse da Milano. A ottobre del 2010 ha inizio la selezione del nuovo gruppo, a fine ottobre 2011 parte la formazione in aula e poche settimane dopo anche i nuovi aspiranti librai iniziano la fase di addestramento nei negozi, al termine della quale altri addetti provenienti dai quattro angoli del mondo vanno a popolare le Feltrinelli di mezza Italia.
nche in questo caso, la percentuale di successo dà ragione al Comune di Milano e a Librerie Feltrinelli: la scommessa era difficile, ma la forza di volontà, la determinazione e la consapevolezza dei ragazzi sono state il vero motore dell’iniziativa.

Una vocazione e un ostacolo
Certo, per un’azienda come Feltrinelli risulta naturale impegnarsi in un progetto come quello realizzato insieme al Comune di Milano. Una casa editrice e catena di librerie è un’impresa che produce e vende cultura, il che significa, costitutivamente, promuovere l’incontro tra differenze, fare dell’incontro con l’altro il cuore del proprio agire, anche economico.
E poi, Feltrinelli è la casa editrice che ha fatto scoprire ai lettori italiani i narratori latinoamericani, da Gabriel Garcia Marquez a Manuel Scorza e Mario Vargas Llosa, che ha introdotto nel mercato librario i primi scrittori africani, da Mongo Beti ad Amos Tutuola, è la casa editrice di Ernesto Che Guevara!
Il passare degli anni ha forse reso meno guevarista, ma più pragmatica, la Feltrinelli, che, specie attraverso le sue librerie, è intervenuta più volte sui temi della differenza, mettendo insieme genere e terzo mondo nella collaborazione con AI DOS ogni 8 marzo; fondando insieme a ICS biblioteche per migranti e richiedenti asilo dotate di libri e riviste nelle lingue delle comunità presenti nel territorio (e finanziando l’iniziativa con borse realizzate in cotone equo–solidale, realizzate da una cooperativa di carcerati); salutando la nascita dell’associazione ‘Il razzismo è una brutta storia’, fondata per volontà di Carlo Feltrinelli e impegnata sul fronte dell’integrazione e del contrasto al razzismo, ad esempio attraverso la campagna per i diritti di cittadinanza e voto amministrativo agli immigrati ‘L’Italia sono anch’io’.
D’altro canto, però, la scommessa posta dal Progetto Express era particolarmente impegnativa, ancora un volta proprio per le caratteristiche specifiche dell’azienda Feltrinelli: vendere libri significa vendere una cultura, una lingua, una storia a chi in quella cultura, lingua e storia è nato. Farlo parlando altre lingue, provenendo da altre culture e altre storie non può che essere un ostacolo particolarmente difficile.

I motivi del successo
Quattro sono stati i motivi che hanno determinato il successo del Progetto Express.
In primo luogo ha giocato un ruolo l’integrazione tra pubblico e privato, tra azienda Feltrinelli e Comune di Milano.
Dopo l’aula, risolutiva è risultata la fase di formazione esperienziale nei punti vendita Feltrinelli: ogni ragazzo ha svolto il proprio periodo di formazione sul campo in più di un negozio, partecipando a più di un gruppo di lavoro.
Fondamentale è stato poi il patto adulto stretto con i candidati, valutati come avremmo valutato candidati italiani: per la loro competenza, per il loro potenziale e per la loro voglia di mettersi in gioco.
Non si trattava insomma di ‘beneficenza’, la scommessa era nostra quanto loro. E questo si è tradotto nel quarto motivo, che ha deciso il successo del progetto: la determinazione e l’entusiasmo profuso dai giovani candidati. Sapevano che era un’occasione importante, sapevano che sarebbero stati valutati con equanimità e rigore e hanno risposto con il massimo dell’impegno.

Che cosa resta
Che cosa questa attività abbia dato ai candidati è abbastanza intuitivo: certo, un posto di lavoro e insieme a esso dignità, consapevolezza del proprio valore e delle proprie capacità, una prospettiva nuova e un miglioramento della propria condizione. Ma l’inserimento di queste persone nell’azienda ha avuto effetti anche dal lato di Librerie Feltrinelli: i giovani hanno dimostrato un desiderio di appartenenza alto, una motivazione contagiosa che si è trasformata in un forte coinvolgimento dello stesso personale di Feltrinelli, sia di chi ha partecipato alla formazione in aula e ha dovuto raccontare l’azienda sia di chi, personale di negozio, ha lavorato a stretto contatto con i candidati nel periodo di formazione in aula.
È stata la dimostrazione di come sia possibile superare le barriere tramite volontà, entusiasmo e chiarezza di obiettivi.

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