La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

L’organizzazione ambidestra, combinare efficienza e innovazione

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Con “organizzazione ambidestra”, ormai espressione entrata comunemente in uso anche a livello internazionale, si intende il dilemma, proprio di ogni organizzazione, di conciliare la stabilità (vedi i risultati a breve termine) con l’innovazione.

Come è noto, l’organizzazione è nata proprio con lo scopo di fornire stabilità e imporre un ordine, ma oggi si fa sempre più forte, in particolare grazie alle nuove tecnologie, l’esigenza non solo di guardare al cambiamento e quindi di innovare: colmare il divario tra questi due aspetti, che almeno in apparenza sembrano contrapporsi, è la vera sfida di ogni azienda.

I nuovi progetti che i team di lavoro delle diverse imprese propongono e sviluppano devono dunque combinarsi con la necessità di mantenere salda l’efficienza delle attività quotidiane, senza tuttavia perdere di vista la propensione all’innovazione. È proprio sulla strategia di conciliare – o riconciliare – i due elementi che si è concentrata la discussione di Sviluppo&Organizzazione.

Fare innovazione per l’efficienza

Partendo dall’importanza di fare innovazione iniziando dalle attività quotidiane, Giovanni Slavazza, Direttore Operativo e Direttore del personale di Tigros Spa, ha raccontato dell’importanza del digitale nel dare una spinta concreta verso il cambiamento: “Innovazione per noi si concretizza nell’aver abbandonato l’uso dei documenti cartacei e nell’utilizzo di una tecnologia che permette di velocizzare i processi di lavoro e di avere in automatico reporting che offrono numerose informazioni all’operatore, come la storicità dell’ordine”.

Anche Roberto Cascella, Responsabile Direzione People Management & HR Transformation di Intesa Sanpaolo, sostiene che la chiave dell’innovazione è il digitale: “Stiamo gestendo un programma di totale dematerializzazione di tutte le comunicazioni, che mira a fornire ai dipendenti servizi paragonabili a quelli che vengono offerti ai clienti, nell’ottica di prendersi cura, allo stesso modo, delle persone all’interno e all’esterno dell’organizzazione”.

Il cambiamento d’altra parte coinvolge tutti, aziende comprese a prescindere dalla dimensione. Per le banche centrali, ha spiegato Francesco Zicari, Capo del Servizio Organizzazione della Banca d’Italia, il tema della stabilità è tradizionalmente importante; eppure oggi queste peculiari organizzazioni vivono grandi trasformazioni.

“Nella nostra realtà abbiamo attraversato un forte cambiamento: fino a 10 anni fa le filiali della Banca d’Italia erano 97, mentre ora si sono ridotte a 39; oggi i processi di lavoro sono per il 95% digitali; abbiamo costruito, dentro al Dipartimento Informatica, un nucleo per le tecnologie avanzate, nel quale operano a rotazione diversi gruppi di persone ad alta specializzazione. Infine stiamo costituendo nel Dipartimento di Economia e Statistica un research data center, che si occuperà di ricerche per le nuove statistiche (Micro data e Big data)”.

L’articolo integrale è pubblicato sul numero di marzo-aprile 2019 di Sviluppo&Organizzazione.
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