La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

Un modello per essere sostenibili, oggi e domani

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Si è concluso con successo il convegno Essere sostenibili: una carta vincente per le imprese. Presentazione del modello per la sostenibilità di lungo periodo, che si è tenuto negli spazi di Milano Fiera (Rho) lo scorso 18 marzo. In quella occasione è stato presentato il modello di riferimento di Impresa Sostenibile, nato grazie a un importante lavoro di confronto e scambio tra le aziende che hanno preso parte, per circa un anno, all’Osservatorio Sostenibilità di ASAM: A2A, Artsana Group, Certiquality, Fiera Milano SpA, Heineken Italia, Inalca, JT International Italia, Kinexia Group, Lindt & Sprüngli, Lombardini22, Nexive, Regione Lombardia, Sandivik Group, Seco Tools, Smeg, Walter Italia.

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Solo due anni fa, ASAM – Associazione per gli studi Aziendali e Manageriali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – aveva organizzato un convegno dal titolo Sostenibilità delle imprese: un’opzione o un’inderogabile necessità?. Questo in vista del lancio dell’Osservatorio Sostenibilità, progetto nato in collaborazione con CRG-The Change Company per creare un luogo dove imprese, ricercatori, tecnici ed esperti potessero condividere esperienze e fornire un modello di impresa sostenibile fortemente innovativo, con la consapevolezza che la sostenibilità sarà il trend di riferimento dei prossimi vent’anni.
Per definire l’output dell’Osservatorio si è partiti dall’analisi dello stato dell’arte delle imprese rispetto al tema della sostenibilità ambientale, che ha fatto emergere, come spiega Franco Ferrario, responsabile dell’Osservatorio ASAM e Fondatore di CRG, alcuni aspetti fondamentali. In primis un quadro variegato di comportamenti e azioni, composto da organizzazioni che già affrontano il tema in questione, altre che muovono i primi passi e altre ancora che si stanno interrogando sul da farsi: “Le aziende riconoscono l’importanza del tema, ma cosa significhi concretamente in termini di azioni di cambiamento ancora rimane oggetto di dibattito. Le spinte del mercato e del contesto legislativo sono inoltre percepite come relativamente deboli e, comunque, non sufficienti a generare un cambiamento profondo”.
Il modello di Impresa Sostenibile si pone, in questo contesto, come un riferimento, definendo le linee guida per migliorare il livello di sostenibilità delle aziende, il loro posizionarsi rispetto alle altre realtà sul mercato e permettendo di attuare buone pratiche di sostenibilità. Vengono definite, in modo esaustivo, le principali variabili organizzative: ruoli, caratteristiche delle tecnologie di produzione, caratteristiche amministrative, dei sistemi contabili, di edifici, i criteri che i processi decisionali devono rispettare, la formazione, la scelta dei fornitori e via dicendo.
Un dato rilevante, ma non meno importante, emerso da questo studio dimostra come la questione della sostenibilità sia in mano al top management, che deve essere sensibile al cambiamento. Lo hanno dimostrato i vertici delle grandi aziende leader e gli accademici che hanno preso parte al convegno e che, oggi, possono fare da traino verso la sostenibilità.

sorgenia_green_economy_lavoro“Essere sostenibili non è uno status per le aziende, ma una dinamica – specifica Matteo Pedrini, ricercatore di business strategy dell’ALTIS – dunque un processo di lunga durata che ha bisogno dell’incentivazione da parte del top management, di un dialogo focalizzato con tutti gli stakeholder e di metriche di misurazione valide da un punto di vista gestionale. Oggi siamo ancora lontani dall’aver messo a fuoco questo processo; la sostenibilità deve innanzitutto entrare a far parte della cultura aziendale e occorre chiarezza sul ruolo del CSR manager”.

“La sostenibilità non è solo ambientale”, aggiunge Angelo Trocchia, presidente e CEO di Unilever Italia, azienda che ha all’attivo diverse partnership con Onlus per il sociale. “Ma bisogna ricordarsi che non è un fatto di visibilità, per quanto la comunicazione delle iniziative sia essenziale. La CSR deve essere nei KPI e nei target dell’intera azienda.”

Sono tante le iniziative che le aziende stanno mettendo in atto. Piercarlo Alessiani, Presidente e Amministratore Delegato di JT International Italia racconta di alcune campagne sociali che la sua azienda ha intrapreso nell’ambito della gestione dei rifiuti. Pietro Colucci, Amministratore Delegato di Kinexia Group si augura che “tra qualche anno non ci sarà più l’ufficio CSR, dal momento che la CSR sarà integrata nella cultura aziendale e acquisita come modello di impresa”. E ancora, Luca Palermo, Amministratore Delegato di Nexive aggiunge che “occorre intervenire sulla sostenibilità a livello strategico per fare business nell’immediato e permettere all’impresa di resistere nel futuro”. Alfredo Pratolongo, Direttore Comunicazione & Affari Istituzionali di Heineken Italia racconta che è importante essere sostenibili nel proprio core business, per esempio con campagne di consumo responsabile: “Non serve fare charity; sostenibilità non significa riparare a un danno, ma ascoltare i bisogni della società e prevenirli”. Non può non essere d’accordo Giovanni Sorlini, Responsabile Ambiente, Qualità e Sviluppo Sostenibile di Inalca SpA che, proveniendo dal Food, interpreta il tema della sostenibilità come lotta agli sprechi.

E la sostenibilità non è solo un obiettivo del privato, come dimostra l’impegno in questo senso della Commissione Europea. Paola Migliorini della Direzione Generale Ambiente elenca una serie di iniziative che la UE ha in programma per il 2015 nel segno dell’‘economia circolare’.

 

 

 

 

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