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Smart working: nuovi scenari per il lavoro agile

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Quando il ‘come’ diventa più importante del ‘dove’. Svincolati da limiti di spazio-tempo, cambia il modo di lavorare.

Il tema dello Smart working si sta rapidamente diffondendo nelle diverse realtà lavorative, dalle piccole alle medie imprese, sino alla Pubblica Amministrazione. Lo scenario odierno è caratterizzato da un continuo aumento delle sperimentazioni nelle aziende, oltre che dal consolidamento dei progetti attivati negli anni precedenti.

Grandi aziende ma non solo

La diffusione dello Smart working nelle PMI è in continuo aumento. Secondo una ricerca dell’Osservatorio del Politecnico di Milano – che ha coinvolto un campione statisticamente rappresentativo di imprese italiane tra i 10 e i 250 dipendenti – è emerso che il 7% dichiara di avere iniziative strutturate di Smart working. Il 15%, invece, pur non avendo iniziative strutturate, di fatto lavora informalmente in questo modo. Il 12% del campione si dichiara interessato in merito all’introduzione di una tipologia di lavoro smart, mentre il 3% prevede di voler lanciare un’iniziativa nel breve periodo. Le motivazioni principali che spingono verso l’attuazione di un’organizzazione smart sono da ricercarsi nel miglioramento della produttività e della qualità del lavoro svolto (67%), nel miglioramento del benessere organizzativo (27%) e della conciliazione tra vita privata e professionale (16%).

Inoltre sempre più aziende di piccole e medie dimensioni organizzano momenti di formazione, soprattutto per il management, dedicati alle tematiche tipiche dell’approccio agile: fiducia, delega, responsabilizzazione, lavoro per obiettivi.

Dal punto di vista normativo sono stati fatti passi significativi: la Legge n.81 del 22 maggio 2017 fornisce una definizione di Lavoro Agile da intendersi come “modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa”.

Tale norma disciplina gli aspetti fondamentali che regolano il Lavoro Agile, quali il principio di volontarietà e la necessità di un accordo scritto e concordato tra datore di lavoro e dipendente (quest’ultimo deve esplicitare le modalità di esecuzione della prestazione lavorativa al di fuori dei locali aziendali, la durata dell’accordo, il rispetto dei tempi di riposo e del diritto della disconnessione, le modalità di recesso).

rwa consulting a ciascuno il suo smart workingIn merito alla sicurezza dei dipendenti in fase di Smart working, la circolare n. 48 del 2 novembre 2017, diffusa dall’INAIL, si limita a precisare quanto già ci si poteva aspettare dalla lettura della legge n.81, ovvero la conferma della parità di trattamento dei beneficiari dello Smart working dal punto di vista dei premi INAIL. Difatti, lo svolgimento della prestazione di lavoro in modalità agile mantiene inalterati i requisiti oggettivi (lavorazioni rischiose) e soggettivi (caratteristiche delle persone assicurate) previsti ai fini della ricorrenza dell’obbligo assicurativo.

Tanti sono i passi fatti fino a oggi e tanti sono ancora quelli da fare

Il 4 dicembre presso la sede Emilbanca di Bologna (Via dei Trattati comunitari europei – 19), si tiene la prima tappa bolognese di A ciascuno il suo Smart working, laboratorio di RWA Consulting, società di Consulenza del Gruppo Easy Welfare. La nota conferenza milanese si sposta dalla casa madre: cambia location, ma non il format.

Grazie alla collaborazione di Pilotina e dello Studio Legale Toffoletto De Luca Tamajo & Soci, questa nuova modalità lavorativa verrà analizzata a 360° per fornire un quadro completo degli step da mettere in atto per approcciarsi al lavoro smart: dagli aspetti organizzativi a quelli normativi e legali. Non mancheranno case history e momenti di condivisione e confronto.

 

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