La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

Tag: benessere organizzativo

A cura della Redazione

Il telelavoro sta prendendo sempre più piede, accresce la produttività e riduce i costi operativi, aumentando la fidelizzazione del personale.

 

Una nuova ricerca promossa da Regus −fornitore mondiale di soluzioni flessibili per ambienti di lavoro− mostra che la metà della forza lavoro mondiale usufruisce effettivamente in modo produttivo del lavoro flessibile.

L’indicatore economico globale del 2013 rivela che gli impiegati ancora legati alla scrivania dell’ufficio rappresenteranno presto una sparuta minoranza. Lo studio, condotto su più di 26.000 dirigenti aziendali in 90 paesi, evidenzia che il 48% lavora in remoto per almeno la metà della propria settimana lavorativa. In Italia, circa la metà dei dirigenti lavora in modo flessibile per almeno metà settimana (47%). Leggi tutto >

Cosa si intende esattamente per benessere organizzativo? Enzo Spaltro, medico, specializzato in medicina del lavoro e considerato il pioniere della psicologia del lavoro in Italia, ritiene che esistano due diversi concetti legati a questo tema: il benessere e il bellessere, vale a dire la speranza di un benessere futuro.
Stare bene in azienda parte dall’attenzione verso il posto di lavoro e si traduce anche in nuove parole che sostituiscono termini ormai superati come ‘dipendente’.
Di cosa hanno bisogno le persone? Enzo Spaltro parla di ‘orizzonte temporale’ e promesse, base indispensabile per far stare bene chi lavora con noi. Ricordando che sentirsi a proprio agio nell’ambiente professionale è il primo passo verso il perdono e il disvelamento del concetto di bellezza, fulcro del nuovo millennio. Leggi tutto >

In Italia le aziende sono interessate ai temi legati al welfare e al work life balance, ma –all’atto pratico− sono ancora poche quelle virtuose. Quali le cause? Mancanza di budget e scarsa cultura aziendale: lo rivela una survey condotta da Sodexo sul periodo settembre-dicembre 2012.

Su un campione di 7000 aziende, la ricerca ha fotografato la rispondenza delle aziende italiane rispetto a politiche di welfare in tre aree di servizio: salute e benessere, mobilità, incentivazione.
Sul tema ‘salute e benessere’ solo l’8,9% ha mostrato interesse, rivelando di offrire servizi legati al benessere dei dipendenti (25% di grandi aziende, 1% di imprese medio-piccole). Di questi per la maggior parte si tratta di polizze assicurative obbligatorie e, in rari casi di grandi aziende, campagne alla tutela della salute.
Tra le motivazioni per cui le organizzazioni non investono in servizi di benessere dei lavoratori troviamo: assenza di budget per il 40% di piccole imprese e per il 30% di grandi aziende, oltre il 45% di piccole e un 35% di grandi imprese dichiara un ‘non bisogno’, e infine il 10% non riconosce il tema benessere come un asset strategico.
In ambito mobilità, risponde al tema il 7,9%: solo il 25% di aziende mediopiccole e il 20% delle grandi eroga servizi legati agli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti. Per lo più si tratta della navetta aziendale e di benefit per la mobilità Pass Mobility messo a punto da ATM e Sodexo. Le motivazioni? Per il 40% di piccole aziende non è avvertito come un bisogno, mentre per il 23% è ‘colpa’ della mancanza di budget.
L’incentivazione invece è l’area più di interesse, soprattutto per la forza vendita in termini di performance e sviluppo del business. Le risposte hanno raggiunto il 79%: il 44% di piccole e il 20% di grandi imprese praticano politiche di incentivazione e regalistica; e ancora elevato il tradizionale buono carburante per il 56% di piccole e l’80% di grandi imprese.
Dal quadro emerge, al di là delle poche aziende virtuose e innovative in ambito Hr, una scarsa predisposizione delle organizzazioni a erogare servizi rivolti alla salute e al benessere delle proprie persone. La mancanza di sensibilità alle tematiche è dovuta a carenza effettiva di budget, ma anche di conoscenza dei effetti positivi sulla motivazione dei lavoratori.
Mai come ora fare cultura sul corporate welfare è davvero impellente: il benessere organizzativo può rappresentare un asset vincente nell’incremento di produttività e performance, in linea con politiche di ottimizzazione del rapporto investimenti/ risultati aziendali. Leggi tutto >

Dal welfare all’innovazione sociale diffusa

Parliamo di welfare e partiamo dal mio libro Ci vorrebbe una moglie, per capire quali sono le azioni che le aziende mettono in atto per il benessere dei loro dipendenti. Partiamo dunque nel nostro ragionamento da quel che fanno le aziende per sostenere le carriere femminili, anche se l’universo del benessere tocca molti aspetti. La maternità rappresenta certamente l’approccio più classico, ma non sarebbe corretto sottovalutare il tema della non autosufficienza, delle difficoltà che devono affrontare persone magari schiacciate tra figli adolescenti e genitori anziani. Il tema welfare fa spalancare un mondo articolato e forte perché si toccano sensibilità ed esperienze di vita vissuta. Monica Boni, Direttore Incentive, Welfare Benefits e Programmi Sociali Pubblici di Edenred, azienda che progetta e sviluppa soluzioni che facilitano la vita dei dipendenti e migliorano l’efficacia delle organizzazioni, ci racconta la prospettiva di un’azienda che, forte della sua dimensione internazionale, può contribuire a incidere in modo positivo sulla cultura delle organizzazioni. E quindi sul benessere di tutti noi. Leggi tutto >

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