La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

Tag: clima aziendale

deboli di empatia

Va di moda la leadership empatica, qualunque cosa l’espressione voglia dire: attenzione benevola, compassione partecipata, atteggiamento comprensivo, paternalismo illuminato, cameratismo, superamento dei limiti tracciati dalle differenze di ruolo, riconoscimento dell’altro come statuto sociale e di importanza offerto, buon umore, ecc.

Quando ci sono tante parole in gioco, e con sfumature così diverse, il senso equivoco che trascinano non può essere molto decisivo per orientare i comportamenti. Nascono così teorie improvvisate, come spesso tante altre nel menù manageriale up-to-date, che finiscono per screditare alla lunga anche le migliori intenzioni. Leggi tutto >

di Chiara Sorace

Quinta e ultima puntata del nostro Dossier Welfare: Maria Chiara Franceschetti, Amministratore di Gefran Spa e HR Director del Gruppo Gefran, ci racconta come il benessere delle persone nelle aziende sia uno dei valori guida di un imprenditore.

“Nel nostro caso è così: Gefran è un’azienda di famiglia. Mio padre ha cominciato 40 anni orsono la sua attività con persone a cui ha dato fiducia e che a tutti i livelli, nel tempo, gli hanno riconosciuto la capacità di avere a cuore non solo il risultato dell’impresa ma anche il benessere dei suoi collaboratori. Questo è ancora vero oggi, consapevoli del fatto che i contratti, le leggi e le normative spesso non solo non sono sufficienti a mantenere quel rapporto di fiducia che un tempo era alla base tra datore di lavoro e dipendente, ma che anche, spesso, lo limitano o lo minano. Nel tempo Gefran è cresciuta, in Italia e all’estero, in termini di fatturato e di personale: siamo un’impresa strutturata –quotata alla borsa valori di Milano dal 1998 nel segmento star– e accanto all’imprenditore c’è una squadra di manager. Per questo motivo si percepisce la necessità di comunicazione e di formule codificate che rendano esplicito e condiviso che la motivazione a lavorare in Gefran non è solo e semplicemente una questione di importi retributivi.
Siamo convinti che il valore della nostra azienda stia anche nel valore delle persone che in essa ogni giorno lavorano. E come allora diamo significatività a tale valore, andando oltre all’aspetto della remunerazione? Attualmente rendiamo disponibili al nostro personale benefit e contributi (contributo a fondo pensione, contributo a piano di assistenza sanitaria, contributo per asilo nido) che traggono le loro origini o da buone prassi o da accordi industriali.
Bene, io credo che bisogna ora iniziare un processo per passare dai tradizionali accorgimenti che, abbiamo imparato, rendono la quotidianità un po’ più semplice o che contribuiscono al benessere delle persone con vantaggi anche economici a un progetto di autentico welfare aziendale. Il percorso da intraprendere sappiamo non sarà facile, pur con qualche timore e criticità: sapremo trovare le giuste mediazioni tra i desideri dei nostri dipendenti destinatari del piano di welfare? Quali strumenti e benefit concretamente potremo costruire? Avremo la determinazione di non farci prendere dallo sconforto della burocrazia, delle regole e delle normative?
Alla base c’è la convinzione che le condizioni di miglior favore create per il personale abbiano un ritorno in termini di serenità, apertura mentale, disponibilità all’impegno e fedeltà. Queste condizioni costituiscono ‘benessere’ per la persona e quindi per l’impresa. Da punto di vista economico dell’impresa: ritengo che la motivazione fiscale/economica non sia la leva ma eventualmente un’occasione correlata per spingere all’implementazione di un piano di welfare. Sostituire denaro con benefit di per sé non è la ragione di un piano di welfare. Progettare e costruire un sistema a supporto dell’organizzazione familiare, servizi e iniziative che contribuiscano a coniugare l’impegno lavorativo con la vita privata: questo crea condizioni favorevoli al benessere della persona e quindi virtuosamente porta beneficio all’impresa. Mi piace raccontare un aneddoto che spesso ho sentito ricordare da mio padre ogni volta qualcuno gli chieda perché in Gefran teniamo tanto a che l’ambiente di lavoro sia gradevole, pulito e in ordine. Lui dice che le nostre persone trascorrono più tempo in azienda di quanto ne trascorrono a casa, in famiglia, con i figli o con gli amici. Aggiunge, e come non concordare, che vivere in un posto tante ore al giorno porta ad assorbirne il clima: dunque creare un clima, un ambiente positivo e favorevole al benessere induce le persone a lavorare con impegno e sincera motivazione. Da qui tutto il resto si declina!” Leggi tutto >

di Luca Papperini

Eliminare stress, ansia e aggressività significa fare in modo che le persone siano in grado di dare il meglio di se stesse in ufficio. Redigere un regolamento snello è una delle prime misure adottabili per fare in modo che una persona liberi tutto il un’azienda e non di un ingranaggio meccanico. Allo stesso modo dichiarare un modello di analisi e valutazione delle performance aiuta il personale nella percezione di sicurezza. In questo modo si sa precisamente cosa il capo si aspetta dai collaboratori. Leggi tutto >

A Milano, l’8 marzo 2012, si è tenuta la prima edizione del convegno BenEssere. Abbiamo parlato di tante cose, ma soprattutto di gestione e cura delle persone in azienda.

I danni e le cause del malessere lavorativo
Un’azienda dove si sta bene e si lavora bene regala ottimi risultati.
Il benessere organizzativo è diventato a pieno titolo un requisito per lo sviluppo sostenibile di persone e organizzazioni poiché apporta un doppio beneficio: si accompagna a una migliore prestazione lavorativa, che garantisce un aumento della redditività tra il 2,5 e il 5%, e riduce i costi psicosociali delle sindromi da lavoro.
Secondo il Rapporto dell’Unione Europea del 2002, il 28% dei lavoratori soffre di disturbi dovuti a stress da lavoro e ben il 50-60% dei giorni lavorativi persi è da ricondurre allo stress. Leggi tutto >

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