La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

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Gli impegni spesso contrastanti tra la gestione dei figli e le esigenze del lavoro sono uno dei motivi principali che portano molte donne ad abbandonare l’attività lavorativa dopo la maternità. Secondo una recente indagine Regus,fornitore di spazi di lavoro condivisi, il 77% dei manager e degli imprenditori italiani ritiene che losmart workingpossa essere la chiave per attirare e mantenere al lavoro le madri lavoratrici, assicurando così all’azienda professionalità e competenze.
Il lavoro agileè, quindi, una modalità organizzativa che può contrastare il fenomeno dell’abbandono del lavoro di molte donne dopo la maternità e può contribuire ad accrescere il PIL attraverso una maggiore partecipazione femminile alla forza lavoro. Leggi tutto >

Di Paola Salazar, avvocato

Il 25 giugno è entrato in vigore il terzo, in ordine di tempo, tra i decreti legislativi delegati attuativi della legge 10 dicembre 2014, n. 183 (Jobs Act). Si tratta del D.Lgs. 15 giugno 2015, n. 80  recante “Misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro”. Il decreto ritocca, principalmente, il T.U. in materia di maternità e paternità (D.Lgs. n. 151/2001) mediante una serie di ‘aggiustamenti’ finalizzati essenzialmente ad accrescere il sistema delle tutele al lavoro, scongiurando, ove possibile, tutte le forme di abbandono, volontario o meno, del posto di lavoro alla nascita dei figli. Leggi tutto >

La Fondazione Bellisario, cheda tempo assegna il riconoscimento le Mele d’Oro a donne di successo che si sono distinte nel lavoro a livello nazionale e internazionale, quest’anno ha introdotto il premio ‘Azienda women friendly’ e lo ha assegnato a Vodafone Italia per il suo impegno a “far crescere professionalmente le dipendenti in un ambiente lavorativo che ne riconosce i meriti e ne condivide le problematiche”.
Vodafone Italia è, infatti, promotrice di attente politiche in favore delle donne; politiche che, da una parte, valorizzano il talento femminile e, dall’altro, aiutano a conciliare famiglia e lavoro. “È innanzitutto la cultura meritocratica che aiuta, nelle scelte manageriali, a promuovere l’eccellenza femminile”, ha sottolineatoil Direttore HR & Organizzazione Elisabetta Caldera. “Poi garantiamo sempre la presenza di almeno una donna nella rosa di candidati per una promozione o un’assunzione. Infine il welfare: dalla gestione della maternità retribuita a stipendio pieno per 9 mesi e mezzo fino a strumenti innovativi, come il welfare ‘su misura’, che consente di utilizzare parte della retribuzione variabile direttamente in servizi, come le rette scolastiche per i figli.”
Inoltre Vodafone è l’esperienza aziendale di smart working che coinvolge il maggior numero di dipendenti in Italia (fonte Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano). Da giugno 2014, oltre 3.200 dipendenti possono scegliere con maggiore autonomia spazi e strumenti di lavoro. Questo strumento è scelto in pari misura da uomini e donne, che possono beneficiare di una cultura orientata ai risultati piuttosto che alla presenza fisica in ufficio.
Grazie a queste politiche innovative, Vodafone Italia ha un alto livello di occupazione femminile: il 55% contro il dato nazionale che si attesta al 46%. Quest’anno il 40% delle posizioni manageriali sono state ricoperte tramite assunzione o promozione di candidate donne.
Anche i dati delle maternità sono positivi: delle oltre 3.700 donne in Vodafone, più di 2.100 ha figli e 550 sono le mamme che hanno avuto figli negli ultimi 3 anni. Leggi tutto >

Anche quest’anno sono stati resi ufficiali i dati del Barometro Ipsos sulla percezione del benessere lavorativo e sulle aspettative professionali dei dipendenti. L’indagine è stata realizzata su un campione rappresentativo di dipendenti di 14 paesi europei: Francia, Regno Unito, Germania, Belgio, Spagna, Italia, Svezia, Polonia, Romania, Turchia, Finlandia, Austria, Repubblica Ceca e Paesi Bassi. 
L’istituto di ricerca che dal 2004 conduce l’indagine per conto di Edenred – leader mondiale nella gestione dei fondi finalizzati per le imprese – riporta alcuni risultati non troppo rosei. L’Italia è terza in Europa, dopo Francia e Polonia, per sfiducia nel futuro lavorativo. Il mercato del lavoro italiano pare essere tra i più immobili in Europa, con dipendenti sfiduciati per le proprie prospettive professionali al punto da rinunciare, nel 66% dei casi, a ricercare attivamente un nuova posizione. Pare, infatti, che i nostri connazionali rimangano fedeli alla propria azienda non tanto per la qualità di vita al lavoro (i soddisfatti sono solo il 26%, in calo di 3 punti rispetto allo scorso anno), ma perché credono di non potersi ricollocare rapidamente (77% del campione).
Dalla ricerca è emerso, quindi, il desiderio di una nuova organizzazione del lavoro e di una nuova cultura manageriale fondata su tre pilastri: maggiore delega, lavoro di squadra e propensione al rischio. Leggi tutto >

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