La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

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La Fondazione Bellisario, cheda tempo assegna il riconoscimento le Mele d’Oro a donne di successo che si sono distinte nel lavoro a livello nazionale e internazionale, quest’anno ha introdotto il premio ‘Azienda women friendly’ e lo ha assegnato a Vodafone Italia per il suo impegno a “far crescere professionalmente le dipendenti in un ambiente lavorativo che ne riconosce i meriti e ne condivide le problematiche”.
Vodafone Italia è, infatti, promotrice di attente politiche in favore delle donne; politiche che, da una parte, valorizzano il talento femminile e, dall’altro, aiutano a conciliare famiglia e lavoro. “È innanzitutto la cultura meritocratica che aiuta, nelle scelte manageriali, a promuovere l’eccellenza femminile”, ha sottolineatoil Direttore HR & Organizzazione Elisabetta Caldera. “Poi garantiamo sempre la presenza di almeno una donna nella rosa di candidati per una promozione o un’assunzione. Infine il welfare: dalla gestione della maternità retribuita a stipendio pieno per 9 mesi e mezzo fino a strumenti innovativi, come il welfare ‘su misura’, che consente di utilizzare parte della retribuzione variabile direttamente in servizi, come le rette scolastiche per i figli.”
Inoltre Vodafone è l’esperienza aziendale di smart working che coinvolge il maggior numero di dipendenti in Italia (fonte Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano). Da giugno 2014, oltre 3.200 dipendenti possono scegliere con maggiore autonomia spazi e strumenti di lavoro. Questo strumento è scelto in pari misura da uomini e donne, che possono beneficiare di una cultura orientata ai risultati piuttosto che alla presenza fisica in ufficio.
Grazie a queste politiche innovative, Vodafone Italia ha un alto livello di occupazione femminile: il 55% contro il dato nazionale che si attesta al 46%. Quest’anno il 40% delle posizioni manageriali sono state ricoperte tramite assunzione o promozione di candidate donne.
Anche i dati delle maternità sono positivi: delle oltre 3.700 donne in Vodafone, più di 2.100 ha figli e 550 sono le mamme che hanno avuto figli negli ultimi 3 anni. Leggi tutto >

Il cambiamento radicale, velocissimo e continuo, degli ultimi anni ha inciso profondamente sugli assetti socio economici e sui processi di innovazione tecnologica, con importanti ripercussioni sui modelli di business. Basti pensare a fenomeni come Airbnb o Uber, che hanno messo in discussione le tradizionali definizioni di cliente e fornitore, imponendo un ripensamento delle logiche di marketing. Oppure, ancora, agli impatti dirompenti relativi all’ingresso nel mondo del lavoro delle nuove generazioni, figlie di un’epoca digitale e portatrici di tratti antropologicamente diversi dalle native Gutenberg.
Tale cambiamento ha richiesto alle organizzazioni di adattarsi o, in alcuni casi, di innovare il proprio modello organizzativo. È questa una delle principali sfide a cui stanno rispondendo oggi le aziende, la maggior parte delle quali si sta adeguando con una ridefinizione della propria mission e strategia, sviluppando all’interno processi di lavoro più efficaci ed efficienti, ma soprattutto trasformando la propria cultura organizzativa.
Se “nuovo è bello” non è detto che sia altrettanto semplice. Le resistenze al cambiamento sono tantissime e rischiano di inibire le spinte innovatrici. È soprattutto la paura del diverso a costituire il più pericoloso antagonista del cambiamento, poiché creatore di una sorta di ‘paralisi’ joyciana nelle persone.
Per ‘gestire’ il cambiamento – e non esserne travolti – occorre dunque coraggio ma anche metodo, e soprattutto lavoro di squadra. Il coinvolgimento delle persone, dal top management ai collaboratori, è fondamentale. Su questo tema ci siamo confrontati con alcune aziende al convegno ESTE dal titolo Il cambiamento organizzativo. Strategie, processi, cultura: gli strumenti per cambiare le organizzazioni, che si è tenuto lo scorso 4 giugno a Milano. Leggi tutto >

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