La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

Tag: effetti riforma fornero

L’Osservatorio permanente sulla riforma del mercato del lavoro, promosso da Gi Group Academy in collaborazione con Gi Group e OD&M Consulting, presenta la prima di una serie di rilevazioni online −a cadenza semestrale− per fotografare gli effetti prodotti dalla recente normativa dopo sei mesi dall’entrata in vigore.
Hanno partecipato Hr manager e imprenditori di 500 aziende, principalmente PMI (69%) nei settori più rappresentativi della realtà italiana −industria, commercio e servizi− su tutto il territorio nazionale. Leggi tutto >

Survey Gi Group Academy: gli effetti della Riforma Fornero

L’Osservatorio permanente sulla riforma del mercato del lavoro, promosso da Gi Group Academy in collaborazione con Gi Group e OD&M Consulting, presenta la prima di una serie di rilevazioni online −a cadenza semestrale− per fotografare gli effetti prodotti dalla recente normativa dopo sei mesi dall’entrata in vigore.
Hanno partecipato Hr manager e imprenditori di 500 aziende, principalmente PMI (69%) nei settori più rappresentativi della realtà italiana −industria, commercio e servizi− su tutto il territorio nazionale. I dati sono stati raccolti tra la metà di dicembre 2012 e fine gennaio 2013. Ecco le principali evidenze della ricerca. Per il 54% delle aziende campione l’unico obiettivo raggiunto dalla riforma del lavoro è la riduzione degli abusi improprio delle forme contrattuali flessibili.
Per chi ritiene che la riforma sia stata ininfluente nelle scelte di gestione del personale, è diminuito il ricorso a collaborazioni
a progetto (51%), Partite Iva (45%), contratti di inserimento (45%), a tempo determinato (42%); mentre è aumentato il ricorso ai contratti di apprendistato (50%) e ai contratti di somministrazione a tempo determinato (36%). La legge Fornero non diminuisce il costo del lavoro per quasi tre imprese su quattro (73%) e non aumenta l’occupazione per due terzi (66%). Per il 59% degli intervistati
la legge non introduce competitività nel sistema, per il 54% non aumenta l’inserimento dei giovani nel lavoro e, per un rispondente su due, non favorisce l’instaurazione di rapporti di lavoro più stabili e, al contempo, non facilita i licenziamenti (52%). Leggi tutto >

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