La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

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Dopo il successo dell’edizione padovana del febbraio scorso, per il ciclo di incontri di Sviluppo & Organizzazione, si è tenuta a Milano la seconda tappa dedicata al welfare aziendale. L’iniziativa è stata sostenuta dai principali attori del mercato: Studio Legale Chiomenti, Coopselios, Day Ristoservice, Edenred, Ieo, Muoversi, Sodexo, Welfare Company e Willis. Tra i temi affrontati, il valore del welfare come leva d’eccellenza per la gestione delle persone, le metodologie che consentono di implementare piani di welfare aziendale, la cultura dei flexible benefit, il concetto di qualità della vita come responsabilità dell’azienda, il welfare e le problematiche fiscali. Presenti anche importanti voci dal mondo delle imprese: casi di aziende eccellenti che hanno sviluppato efficaci politiche di welfare aziendale a sostegno dei propri dipendenti e dei territori limitrofi. Leggi tutto >

In Italia le aziende sono interessate ai temi legati al welfare e al work life balance, ma –all’atto pratico− sono ancora poche quelle virtuose. Quali le cause? Mancanza di budget e scarsa cultura aziendale: lo rivela una survey condotta da Sodexo sul periodo settembre-dicembre 2012.

Su un campione di 7000 aziende, la ricerca ha fotografato la rispondenza delle aziende italiane rispetto a politiche di welfare in tre aree di servizio: salute e benessere, mobilità, incentivazione.
Sul tema ‘salute e benessere’ solo l’8,9% ha mostrato interesse, rivelando di offrire servizi legati al benessere dei dipendenti (25% di grandi aziende, 1% di imprese medio-piccole). Di questi per la maggior parte si tratta di polizze assicurative obbligatorie e, in rari casi di grandi aziende, campagne alla tutela della salute.
Tra le motivazioni per cui le organizzazioni non investono in servizi di benessere dei lavoratori troviamo: assenza di budget per il 40% di piccole imprese e per il 30% di grandi aziende, oltre il 45% di piccole e un 35% di grandi imprese dichiara un ‘non bisogno’, e infine il 10% non riconosce il tema benessere come un asset strategico.
In ambito mobilità, risponde al tema il 7,9%: solo il 25% di aziende mediopiccole e il 20% delle grandi eroga servizi legati agli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti. Per lo più si tratta della navetta aziendale e di benefit per la mobilità Pass Mobility messo a punto da ATM e Sodexo. Le motivazioni? Per il 40% di piccole aziende non è avvertito come un bisogno, mentre per il 23% è ‘colpa’ della mancanza di budget.
L’incentivazione invece è l’area più di interesse, soprattutto per la forza vendita in termini di performance e sviluppo del business. Le risposte hanno raggiunto il 79%: il 44% di piccole e il 20% di grandi imprese praticano politiche di incentivazione e regalistica; e ancora elevato il tradizionale buono carburante per il 56% di piccole e l’80% di grandi imprese.
Dal quadro emerge, al di là delle poche aziende virtuose e innovative in ambito Hr, una scarsa predisposizione delle organizzazioni a erogare servizi rivolti alla salute e al benessere delle proprie persone. La mancanza di sensibilità alle tematiche è dovuta a carenza effettiva di budget, ma anche di conoscenza dei effetti positivi sulla motivazione dei lavoratori.
Mai come ora fare cultura sul corporate welfare è davvero impellente: il benessere organizzativo può rappresentare un asset vincente nell’incremento di produttività e performance, in linea con politiche di ottimizzazione del rapporto investimenti/ risultati aziendali. Leggi tutto >

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Le relazioni (im)possibili
A cura di:

Gianluca Meloni, Senior Lecturer SDA Bocconi
Luca Zambon, Università Bocconi

I risultati emergenti dall’analisi
Come già evidenziato nella prima parte del presente contributo due sembrano essere gli aspetti che in letteratura emergono come di maggiore interesse con riferimento al tema dei sistemi di remunerazione: da un lato, la necessità di capire se esista una relazione fra dimensione aziendale (con tutte le implicazioni in termini di complessità gestionale e ampiezza di responsabilità che ne consegue) e livelli retributivi; dall’altro l’obiettivo di comprendere i legami fra performance aziendali e gli stessi livelli retributivi.
Al fine di verificare l’eventuale esistenza, e la relativa natura, di una relazione tra dimensione aziendale e livello di remunerazione riconosciuto ai membri degli organi amministrativi, è stato elaborato un modello regressivo di natura logaritmica mirante ad analizzare la relazione esistente fra fatturato (giudicato espressivo delle dimensioni aziendali, anche in coerenza con ciò che afferma la letteratura di riferimento) e retribuzione del consiglio di amministrazione.
La regressione è stata effettuata sviluppando modelli distinti per ciascuno dei tre esercizi considerati, con un l’intervallo di confidenza pari al 95%. Leggi tutto >

Le relazioni (im)possibili

La corretta progettazione e implementazione di sistemi di incentivazione manageriale è tema critico, sia nella prassi manageriale, sia in letteratura. Nello specifico la criticità del tema dal punto di vista manageriale è riconducibile a tre aspetti di fondo:

• la rilevanza del sistema di incentivazione come meccanismo di attrazione di risorse manageriali qualificate in azienda; Leggi tutto >

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