C’è sempre un dio dove c’è da mettere ordine nelle cose. Le organizzazioni, che per natura mettono insieme tante cose, non fanno eccezione: il dio che sovrintende a queste strutture e ai compiti che le governano, l’insieme di regole, di uomini e di posizioni, è proprio quello che chiamiamo “potere”.
Un dio, di per sé, né benevolo né insofferente, semplicemente consegnato via via nelle mani di quelli che sono chiamati a interpretarlo, così che la sua funzione potrebbe essere considerata persino neutrale rispetto ai compiti che si trova affidati, se non fosse che il suo esercizio non prevede quasi mai interpreti imparziali.