La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

Tag: relazioni industriali

contrattazione e welfare

Negli anni scorsi è aumentata l’attenzione – degli studiosi e degli operatori – verso l’intreccio crescente tra welfare e contrattazione. Un intreccio interessante perché getta luce su arene di policy fin qui trascurate dal punto di vista della loro interdipendenza, ma potenzialmente importanti e in crescita, specie se considerate insieme e se tra loro effettivamente connesse.

Anche perché questa prospettiva chiama in causa una messa a punto e un ridisegno di tutte le organizzazioni implicate: le organizzazioni sociali (che scrivono i contratti), le organizzazioni di impresa (che li applicano), le organizzazioni pubbliche (che ne possono aiutare la diffusione). Leggi tutto >

di Giovanni Scansani

Misurare i risultati e gli impatti organizzativi realmente apportati dai piani di welfare aziendale (PWA) è da sempre uno dei principali argomenti del ricco dibattito sviluppatosi in questi ultimi anni sul tema. Molte le ricette e le teorie sin qui proposte, ma non sempre associate a misurazioni completamente affidabili. Il welfare aziendale (WA) è – o dovrebbe essere – considerato un investimento, non un costo. Come tutti gli investimenti deve poter generare un ROI (e per le aziende più avvedute anche uno SROI, ossia un Social Return On Investment). Ma dalla teoria alla misurazione effettiva il passo non è piccolo e neppure semplice. Un aiuto concreto arriverà, almeno per le PMI (e quindi per il 95% delle nostre imprese che impiegano ben l’80% degli addetti), dal Welfare Index PMI. Leggi tutto >

di Alessandro Boscati, Ordinario di Diritto del lavoro presso l’Università degli Studi di Milano

Uno dei temi più discussi, anche a livello mediatico, nell’ambito del percorso riformatore noto come Jobs Act, è stato, ed è tutt’ora, quello dei controlli a distanza sull’attività lavorativa. Si tratta, con tutta evidenza, di una materia estremamente delicata e strettamente connessa con l’inarrestabile processo di avanzamento tecnologico che coinvolge, da un lato, profili di riservatezza e di dignità della persona del lavoratore e, dall’altro lato, di tutela dell’organizzazione e del patrimonio aziendale, nonché della sicurezza del lavoro.
Peraltro, l’idea di apportare una modifica alla disciplina dettata dall’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori ha fatto ingresso nella legge delega 10 dicembre 2014, n. 183 (prologo dei decreti di attuazione del Jobs Act), solo in sede di approvazione in Senato al maxi-emendamento governativo, sorretto o, meglio, ‘blindato’ dalla fiducia al d.d.l. A.S. 1428/2014. Solo a partire da tale momento, l’art. 1, comma 7 lett. f) l. 10 dicembre 2014 n. 183 ha delegato il Governo a intervenire con la revisione della disciplina dei controlli a distanza sugli impianti e sugli strumenti di lavoro, “tenendo conto dell’evoluzione tecnologica e contemperando le esigenze produttive e organizzative dell’impresa con la tutela della dignità e della riservatezza del lavoratore”.
La delega è stata poi esercitata mediante uno degli ultimi decreti del Jobs Act e, in particolare, con l’art. 23 d.lgs. 14 settembre 2015 n. 151 recante “disposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità”, con cui è stato riscritto l’art. 4 dello Statuto del Lavoratori (l. 300/1970). Leggi tutto >

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