La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

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Con le modifiche introdotte dalla legge di Bilancio 2019, cambia la normativa sullo Smart working. Secondo quanto previsto da un emendamento presentato dalla Lega e approvato alla Camera, i datori di lavoro che stipulano accordi per l’esecuzione della prestazione di lavoro in modalità agile sono tenuti a dare priorità alle richieste di Smart working formulate dalle madri lavoratrici nei tre anni successivi alla conclusione del periodo di congedo obbligatorio di maternità. La priorità è estesa anche ai lavoratori con figli in condizioni di disabilità (in questo caso sia uomini sia donne). Leggi tutto >

L’esortazione di Papa Francesco a “costruire il bene comune e un nuovo umanesimo del lavoro” non ha spiazzato le imprese italiane. La maggior parte sottoscriverebbe al volo un impegno a creare le condizioni per “un lavoro rispettoso della dignità della persona che non guarda solo al profitto o alle esigenze produttive, ma promuove una vita degna sapendo che il bene delle persone e il bene dell’azienda vanno di pari passo”. Il problema, semmai, è passare dalle buone intenzioni ai fatti e per questo può essere d’aiuto il buon esempio di chi è già avanti nella tabella di marcia.

Più servizi, più comunicazione

“Stare bene per lavorare bene”, claim che accompagna tutto il welfare di Credem, fa rima con le parole del Pontefice e riporta a un’unica fonte i mille rivoli dell’impegno dell’istituto di credito per il benessere degli

oltre 6mila dipendenti. Leggi tutto >

Smart working

È passato un anno dall’entrata in vigore della legge sullo Smart working e il lavoro agile continua a diffondersi. Ma avviene solo nelle grandi aziende? Dal punto di vista di Rwa Consulting, anche le PMI stanno muovendo passi significativi in questa direzione e non è loro preclusa la possibilità di avviare progetti di successo.

Proprio su questo aspetto si è concentra­to il terzo evento della serie A ciascuno il suo Smart working, occasione per com­prendere

cosa significa portare lo Smart working all’interno di aziende fra loro molto differenti, Leggi tutto >

Il 2017 è stato l’anno dello Smart working, a livello normativo ci sono stati grandi passi avanti sia per quanto riguarda l’ambito privato sia per quello pubblico, con la cosiddetta Riforma Madia che ha posto l’obiettivo di permettere al 10% dei dipendenti della Pubblica Amministrazione di lavorare in regime di lavoro agile entro la fine del 2018.

In occasione di Wellfeel, il convegno della casa editrice Este dedicato al Benessere organizzativo e al welfare aziendale, è intervenuta sull’argomento Elena Barazzetta, Ricercatrice di Percorsi di secondo welfare.

La Legge 81 del 2017, il testo legislativo che per la prima volta ha normato il lavoro agile,  lo definisce come modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra datore e dipendente, con forme di organizzazione regolate per fasi, cicli e obiettivi, senza precisi vincoli d’orario o luogo di lavoro. La norma garantisce il principio fondante della flessibilità, cardine dello Smart working: consente alle parti di

stabilire le tutte modalità di esecuzione Leggi tutto >

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