La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

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Il cambiamento radicale, velocissimo e continuo, degli ultimi anni ha inciso profondamente sugli assetti socio economici e sui processi di innovazione tecnologica, con importanti ripercussioni sui modelli di business. Basti pensare a fenomeni come Airbnb o Uber, che hanno messo in discussione le tradizionali definizioni di cliente e fornitore, imponendo un ripensamento delle logiche di marketing. Oppure, ancora, agli impatti dirompenti relativi all’ingresso nel mondo del lavoro delle nuove generazioni, figlie di un’epoca digitale e portatrici di tratti antropologicamente diversi dalle native Gutenberg.
Tale cambiamento ha richiesto alle organizzazioni di adattarsi o, in alcuni casi, di innovare il proprio modello organizzativo. È questa una delle principali sfide a cui stanno rispondendo oggi le aziende, la maggior parte delle quali si sta adeguando con una ridefinizione della propria mission e strategia, sviluppando all’interno processi di lavoro più efficaci ed efficienti, ma soprattutto trasformando la propria cultura organizzativa.
Se “nuovo è bello” non è detto che sia altrettanto semplice. Le resistenze al cambiamento sono tantissime e rischiano di inibire le spinte innovatrici. È soprattutto la paura del diverso a costituire il più pericoloso antagonista del cambiamento, poiché creatore di una sorta di ‘paralisi’ joyciana nelle persone.
Per ‘gestire’ il cambiamento – e non esserne travolti – occorre dunque coraggio ma anche metodo, e soprattutto lavoro di squadra. Il coinvolgimento delle persone, dal top management ai collaboratori, è fondamentale. Su questo tema ci siamo confrontati con alcune aziende al convegno ESTE dal titolo Il cambiamento organizzativo. Strategie, processi, cultura: gli strumenti per cambiare le organizzazioni, che si è tenuto lo scorso 4 giugno a Milano. Leggi tutto >

Il cambiamento che la società sta vivendo, sotto la spinta della trasformazione digitale delle relazioni, ha richiesto alle organizzazioni di adattarsi o, in alcuni casi, di innovare il proprio modello organizzativo per rimanere in ascolto e in conversazione con i propri ‘clienti’. Di questo di è parlato il 26 maggio scorso alla giornata di lavoro proposta dal Centro studi e ricerche di Psicologia della comunicazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in collaborazione con ASAM – Associazione per gli Studi Aziendali e Manageriali. L’evento ha costituito un’occasione di incontro tra manager, operatori e ricercatori che, a vario titolo, si impegnano a costruire all’interno delle proprie organizzazioni un nuovo paradigma di comunicazione e condivisione delle conoscenze attraverso l’utilizzo di strumenti web 2.0. Leggi tutto >

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