Dove prima c’erano i macchinari, oggi ci sono lunghe scrivanie da condividere. Nel vecchio locale mensa c’è un’area relax con poltrone e biliardini. Le sale riunioni? Occupano quelli che erano gli uffici dei dirigenti. L’ambiente, esteticamente, spesso rimane lo stesso: grandi loft, vetrate ampie, dettagli in stile post-industriale. Perché quello erano: fabbriche.
Oggi che molti di questi ex complessi industriali sono rinati come coworking, la loro storia non viene nascosta, anzi, è valorizzata con orgoglio. Perché la chiusura di un’azienda, per scelta o necessità, provoca inevitabilmente una ferita nel territorio e fa venire meno un pezzo di identità locale. Ma se quegli stessi spazi sono in grado di reinventarsi come luoghi di lavoro condiviso e di trasformare il trauma in un’occasione di rilancio per la comunità, allora il gioco è fatto.