La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

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Si riducono gli stanziamenti pubblici a favore delle politiche sociali. Cosa fare? Appare necessario ripensare il welfare state tradizionale coinvolgendo le organizzazioni nell’assistere i singoli e le famiglie. Il ‘Secondo welfare’, o welfare aziendale, si configura come un sostegno ai dipendenti integrando, senza sostituirlo, il ‘Primo welfare’, o welfare pubblico.

Come si sviluppa un efficace piano di welfare aziendale? Cosa comporta a livello fiscale? Quali le maggiori criticità? Quali attività e costi comporta? È applicabile nella propria organizzazione? Abbiamo cercato di rispondere a queste e ad altre domande ieri, giovedì 29 maggio, durante la prima tappa del seminario Il welfare e la sua fiscalità, tenuto da Diego Paciello, Dottore Commercialista Revisore dei Conti e Consulente fiscale, e organizzato dalla casa editrice Este. Leggi tutto >

Dopo il successo dell’edizione padovana del febbraio scorso, per il ciclo di incontri di Sviluppo & Organizzazione, si è tenuta a Milano la seconda tappa dedicata al welfare aziendale. L’iniziativa è stata sostenuta dai principali attori del mercato: Studio Legale Chiomenti, Coopselios, Day Ristoservice, Edenred, Ieo, Muoversi, Sodexo, Welfare Company e Willis. Tra i temi affrontati, il valore del welfare come leva d’eccellenza per la gestione delle persone, le metodologie che consentono di implementare piani di welfare aziendale, la cultura dei flexible benefit, il concetto di qualità della vita come responsabilità dell’azienda, il welfare e le problematiche fiscali. Presenti anche importanti voci dal mondo delle imprese: casi di aziende eccellenti che hanno sviluppato efficaci politiche di welfare aziendale a sostegno dei propri dipendenti e dei territori limitrofi. Leggi tutto >

di Chiara Sorace

Quarta puntata del Dossier Welfare: Roberta Balli, Direttore del Personale di Gilbarco, racconta le sue esperienze in ambito welfare aziendale in diverse realtà italiane e internazionali.

“Negli ultimi 15 anni, lavorando in alcune delle realtà più importanti sia a livello mondiale, quali General Electric, Eli Lilly, Danaher, sia locali ma con forte impatto sul territorio come AdF (società di gestione dell’aeroporto di Firenze) −seppur così diverse tra loro per cultura e approccio al business−, mi sono confrontata ogni volta con il tema del welfare aziendale come argomento integrato nella contrattazione sindacale e/o come argomento legato a iniziative dell’azienda stessa. Sempre più, le aziende, nell’ottica di massimizzare l’investimento sul capitale umano, il più importante asset di un’azienda, cercano di ottenere il massimo beneficio per i propri dipendenti, garantendo una forma di sostegno al reddito aggiuntiva rispetto alla contrattazione nazionale.
In questo, purtroppo, la normativa italiana non aiuta. Anche gli art. 50 e 100 del TUIR, pur prevedendo agevolazioni fiscali in caso di erogazione da parte dell’azienda di specifici benefit quali libri scolastici o corsi di formazione, per garantire un valore netto al dipendente uguale al costo aziendale, sono oramai obsoleti e non più adeguati alle esigenze delle aziende e dei dipendenti. In mancanza di un supporto importante a livello normativo, quello che si cerca di fare a livello aziendale è di delegare alla contrattazione di secondo livello l’identificazione di formule adeguate che permettano all’azienda di contenere i costi e di ottenere il massimo beneficio per il dipendente.
In Gilbarco, società mondiale di sistemi e soluzioni di automazione delle aree di rifornimento di carburante di proprietà della multinazionale americana Danaher Corporation, stiamo lavorando proprio in questi mesi con la RSU per integrare nel premio di risultato una polizza sanitaria che vada a fornire a tutti i dipendenti e ai loro familiari una copertura che garantisca servizi adeguati alle proprie necessità (sia rimborsando il costo in caso di accesso a strutture private sia rimborsando il ticket in caso di accesso al SSN). È oramai prassi consolidata, invece, l’utilizzo del ‘potere contrattuale’ dell’azienda per fornire ai propri dipendenti trattamenti di miglior favore, stipulando, ad esempio, convenzioni con banche, compagnie assicurative e negozi”. Leggi tutto >

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