La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

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I programmi di welfare aziendale sono sempre più diffusi e non riguardano soltanto le grandi imprese: numerose sono ormai le aziende di medie dimensioni che ogni anno incrementano la platea delle organizzazioni responsabili e family friendly.


Eppure esistono degli ostacoli alla diffusione del welfare aziendale nelle PMI. I principali sono rappresentati dalla taglia dimensionale di queste aziende e da una disciplina fiscale che non sempre è attenta alle specifiche esigenze e non le favorisce quando si avvicinano a temi come la conciliazione vita-lavoro, la flessibilità, il sostegno al reddito generabile tramite formule di servizio che potrebbero essere maggiormente incentivate.
Proprio il target dimensionale delle PMI è oggetto di due recenti interventi pubblici a sostegno del welfare in azienda: il Piano Territoriale della ASL Milano 2 e la Regione Lazio hanno stanziato specifiche risorse dedicate, rispettivamente, alle iniziative di conciliazione vita-lavoro e all’attivazione di servizi di asilo aziendale. Insieme Conviene, questo il nome del progetto milanese, è finanziato per 50mila euro, mentre il Pacchetto Famiglia della Regione Lazio è coperto con un milione di euro: importi non molto alti, visti gli obiettivi, ma che, se non altro, basteranno ad attivare iniziative che potranno poi servire da utile benchmark per altre aziende del territorio, favorendo la diffusione di buone prassi di welfare integrativo.
In queste aree virtuose, tramite lo stanziamento di fondi dedicati, si interviene sul fronte dell’incentivazione all’introduzione di servizi di welfare aziendale. Essenziale, però, per una reale diffusione delle prassi e per favorire l’accesso a questi fondi è la snellezza procedurale e la chiarezza delle regole: troppo spesso le imprese, quando partecipano a questo tipo di bandi, devono fare i conti con appesantimenti burocratici che finiscono per farle desistere dal tentare di accedere al finanziamento disponibile.
Welfare Company –prima e unica azienda a capitale interamente italiano, collegata a Qui! Group Spa e specializzata nell’allestimento di servizi a supporto dei programmi di welfare aziendale – affianca le aziende coordinandone le iniziative proprio in vista della partecipazione ai bandi di finanziamento con servizi di consulenza specializzata sulle tematiche oggetto degli stanziamenti pubblici. Leggi tutto >

Gli impegni spesso contrastanti tra la gestione dei figli e le esigenze del lavoro sono uno dei motivi principali che portano molte donne ad abbandonare l’attività lavorativa dopo la maternità. Secondo una recente indagine Regus,fornitore di spazi di lavoro condivisi, il 77% dei manager e degli imprenditori italiani ritiene che losmart workingpossa essere la chiave per attirare e mantenere al lavoro le madri lavoratrici, assicurando così all’azienda professionalità e competenze.
Il lavoro agileè, quindi, una modalità organizzativa che può contrastare il fenomeno dell’abbandono del lavoro di molte donne dopo la maternità e può contribuire ad accrescere il PIL attraverso una maggiore partecipazione femminile alla forza lavoro. Leggi tutto >

La crisi economica e la riduzione dei fondi pubblici destinati al welfare ha indotto le imprese responsabili a fornire risposte concrete ai crescenti bisogni sociali della popolazione aziendale. Questo con importanti ritorni in termini di aumento del benessere delle persone – vero asset strategico delle organizzazioni – ed effetti positivi sulla produttività.
Lo stato attuale del welfare aziendale vede alcune buone pratiche, ormai celebri e note ai più, ma anche tanti casi di fallimento, che non sono mai stati presi in esame e il cui numero è a tutt’oggi ignoto. Per cercare di capire cosa funziona e cosa no in una iniziativa di welfare aziendale, Luca Pesenti, professore dell’Università Cattolica, ha svolto un’indagine sul futuro del welfare aziendale, prendendo in considerazione il punto di vista di 100 HR manager.
I risultati della ricerca sono stati presentati nel corso di un convegno organizzato da GIDP il 29 aprile scorso presso la sede di Unicredit.
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Alla luce degli scenari attuali, in presenza di una forte contrazione delle iniziative di welfare pubblico, il mondo privato ha sempre più l’opportunità di sperimentare nuovi modelli e percorsi tesi a venire incontro alle esigenze dei lavoratori e delle loro famiglie. Le diverse esperienze maturate nel nostro Paese testimoniano l’interesse crescente verso questa tematica da parte di aziende e istituzioni.
Sono tantissime le proposte che le aziende possono mettere in atto a sostegno dei propri dipendenti e del territorio nel quale operano – iniziative di conciliazione vita-lavoro, piani strutturati di flexible benefit e buone pratiche di welfare ‘di territorio’. Tuttavia rimangono aperti molti interrogativi. Come diffondere una cultura del welfare in azienda? Come rispondere alle esigenze di una popolazione aziendale vasta, dunque portatrice di bisogni differenti? Come sviluppare un piano di welfare competitivo e innovativo rispetto ai servizi offerti e in linea con il benessere delle persone nelle organizzazioni? Come, infine, si può fare welfare anche nelle PMI?
Con l’aiuto di accademici ed esperti, aziende e alcuni principali attori del mercato, abbiamo cercato di rispondere a queste domande all’evento milanese Welfare Aziendale: ottimizzare il costo del lavoro migliorando il clima aziendale che si è tenuto lo scorso mercoledì 15 aprile. Leggi tutto >

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