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Work-life balance: meno stress e più motivazione

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Il work-life balance è sempre più un fattore importante di coinvolgimento della forza lavoro. In grado di ridurre lo stress lavoro-correlato e di aumentare la motivazione, con evidenti risvolti sulla produttività aziendale. A confermare questa tendenza una ricerca condotta a livello europeo da ADP, fornitore mondiale di soluzioni di Human Capital Management (HCM).
I dati raccontano che lo stress relativo all’eccessivo lavoro minaccia il benessere del 91% dei dipendenti europei. Per il 44% degli intervistati lo stress è un fattore costante nel loro ruolo, mentre il 47% afferma che ne soffre di tanto in tanto.
Tuttavia, un quarto dei dipendenti ritiene che il datore di lavoro non riesca ad aiutarli appieno nel gestire al meglio lo stress; un quinto (19%) pensa che le aziende ignorino il loro livello di stress. Il 5% dei dipendenti arriva addirittura a considerare di lasciare il lavoro per colpa dell’eccessivo stress. Ma i livelli di stress variano in modo significativo da Paese a Paese, con i dipendenti polacchi che lo vivono più spesso, mentre quelli olandesi meno (vedi la tabella).

 

 

Eppure l’eccessivo e frequente stress è una delle maggiori minacce per una forza lavoro moderna, che colpisce il morale del personale, la produttività e l’efficienza. “Un certo livello di stress – commenta Lucia Bucci, HR Director di ADP – è parte integrante della vita lavorativa della maggior parte dei dipendenti e talvolta può rendere il lavoro più dinamico. Tuttavia, le imprese dovrebbero fare attenzione a come i loro dipendenti si sentono e garantirne il benessere”.
La consapevolezza del lavoro che si svolge è un concetto passato dall’essere poco conosciuto a vera e propria parola d’ordine, in quanto fattore chiave che alimenta la motivazione. Secondo l’indagine, stabilire un buon work-life balance è per il 29% degli intervistati il principale fattore che influenza il coinvolgimento dei dipendenti e la loro motivazione, seguito dalle opportunità di lavoro flessibile (26%). Quasi un quarto (24%) dei dipendenti evidenzia anche l’importanza di ottenere un nuovo ruolo in breve tempo.
In questo scenario, è sorprendente che i dipendenti siano desiderosi di allontanarsi dal tradizionale orario di lavoro “9-17”. Un terzo (34%) vorrebbe un mix tra orario flessibile e fisso, ma un altro terzo (33%) desidera adottare un modello di lavoro completamente flessibile.

Uva ADP

Lungi dall’essere una moda passeggera, per Nicola Uva, Strategy e Marketing Director di ADP, si tratta di “un profondo cambiamento delle abitudini personali e professionali”. I bisogni dei lavoratori stanno davvero influenzando il modo in cui le aziende operano e l’interesse nei confronti del lavoro flessibile è in aumento: “Anche noi – prosegue Uva – ci aspettiamo di vedere una crescente domanda dei dipendenti per i benefit relativi alla salute e al benessere. I datori di lavoro devono essere in grado di rispondere a queste esigenze e farsi aiutare dalla tecnologia per mettere in atto il cambiamento”.

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