Lavoro e organizzazione democratica nell’industria 4.0
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Il termine Industria 4.0 è diventato oltremodo popolare attirando l’attenzione di imprese, istituzioni, policy maker. Governi nazionali e sovranazionali sono stati promotori di iniziative finalizzate a supportare le imprese che si avvicinano alla manifattura intelligente.
Come sottolineato da Mari et al. (2017), Industria 4.0 è innanzitutto inquadrabile come un’iniziativa strategica del Governo tedesco, cui ne sono seguite altre, simili, europee ed extraeuropee. La Germania, infatti, ha agito da apripista definendo nel 2011 il programma Industrie 4.0, dove l’Industria 4.0 si configura come un nuovo paradigma produttivo in cui l’oggetto intelligente e il suo processo di interconnessione con mondo reale e virtuale sono l’aspetto centrale del processo di manifattura (Pisano et al., 2017).
Alla popolarità del tema è seguito l’interessamento della comunità scientifica, ma la maggior parte degli sforzi accademici è stata dedicata all’analisi della dimensione tecnologica con un approccio deterministico. Sono ancora limitati i tentativi volti a una comprensione più profonda che si focalizzi, per esempio, sul ruolo dell’individuo nella fabbrica intelligente; ancora meno esplorati sono i modelli organizzativi a supporto.
D’altro canto diversi autori insistono da tempo su una visione del futuro dove sviluppo e progettazione innovativa di organizzazioni e lavori non siano semplici derivati di economia e tecnologia (Butera, 2017; Campagna e Pero, 2017), in modo che i lavoratori, aiutati e non sostituiti dalla tecnologia, diventino attori strategici per lo sviluppo dell’innovazione (Tirabeni, 2018).
È un futuro possibile se tecnologia, organizzazione e lavoro vengono progettati adeguatamente, come mostrato dai casi di Industria 4.0 analizzati da Bartezzaghi, Campagna e Pero (2017). L’esigenza di adottare un approccio multi-dimensionale allo studio di Industria 4.0 è sottolineata anche da altri autori (Mazali, 2018; Roblek et al., 2016), così come il bisogno di superare una visione prettamente tecnologica è sostenuto nei documenti nazionali finalizzati a sviluppare una strategia per l’Industria 4.0 e nei rapporti valutativi che ne sono seguiti (Prodi, Seghezzi e Tiraboschi, 2017).
Ciononostante il gap resta marcato. C’è quindi un’esigenza pratica, prima ancora che teorica, di oltrepassare la visione meramente tecnologica, cui si collega la necessità – reale e non retorica – di (ri)porre l’individuo al centro del nuovo paradigma industriale e della sua progettazione organizzativa. In tal senso Gallino (1972a), con la sua concettualizzazione di “organizzazione aziendale democratica”, può offrire un aggancio per una riflessione sull’attuale contesto di trasformazione.
L’analisi che segue si concentra su lavoro e organizzazione nell’Industria 4.0, su come questi temi sono stati trattati nella letteratura accademica internazionale e su quanto l’idea di organizzazione che ne emerge si avvicini o si discosti al concetto ideale di organizzazione.
L’articolo è organizzato in quattro sezioni: la prima presenta il concetto di organizzazione democratica, la seconda descrive metodologia e domanda di ricerca. La terza sezione illustra i risultati sulla base dei temi emergenti, che nella quarta sezione sono discussi criticamente in relazione al concetto ideale di organizzazione democratica. Si traggono infine le conclusioni.
L’articolo integrale è pubblicato sul numero di maggio-giugno 2019 di Sviluppo&Organizzazione.
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