La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

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Aziende e dipendenti hanno obiettivi differenti, ma le esigenze dell’uno e dell’altro possono essere soddisfatte grazie alla salute del dipendente. Per poter creare benessere nei propri lavoratori però, non sono sufficienti benefit e premi di risultato, è necessario che il luogo di lavoro stesso sia orientato alla cura.

Dai complementi d’arredo alla mensa – se presente – tutto deve ruotare attorno alla salute delle risorse: sedie ergonomiche, corretta alimentazione, spazi per favorire le relazioni. Leggi tutto >

Agli inizi del mio percorso professionale si rifletteva sul cambiamento organizzativo riconducendolo a due peculiari ambienti che ipotizzavano diverse modalità di gestione aziendale: un ‘ambiente stabile’ presupponeva azioni e comportamenti di risposta graduali, spesso a seguito di eventi eccezionali che interrompevano una routine; un altro definito ‘ambiente turbolento’ poiché suggeriva azioni e comportamenti proattivi, di anticipazione, peculiari delle organizzazioni competitive e innovative. Leggi tutto >

Recenti studi dimostrano che esiste una correlazione tra la felicità nell’ambiente di lavoro e l’aumento di produttività delle aziende.

Negli Stati Uniti, dove spesso nascono idee destinate a cambiare il nostro modo di vivere, si sta affermando una nuova figura professionale: quella del Chief Happiness Officer, che ha il compito di prendersi cura del benessere dei dipendenti, per fare in modo che ognuno si senta soddisfatto del suo posto di lavoro. Leggi tutto >

Corporate social responsibility

Quando si parla di welfare aziendale, spesso ci si concentra sulle singole iniziative da parte delle imprese a beneficio dei propri collaboratori e sui vantaggi per il dipendente, inteso come unico individuo. Ma c’è un’altra dimensione, ben più ampia e profonda, sulla quale è necessario fermarsi a riflettere: si tratta dell’etica del welfare aziendale.

In una recente intervista a Il Sole 24Ore, Papa Francesco ha definito il welfare uno degli “elementi importanti che tengono viva la dimensione comunitaria di un’azienda”, insieme con la “responsabilità sociale”, la “parità di trattamento salariale tra uomo e donna” e la “coniugazione tra i tempi di lavoro e i tempi di vita”.

Secondo il Pontefice, il modo di pensare l’impresa incide fortemente sulle scelte organizzative, produttive e distributive: “Si può dire che agire bene, rispettandola dignità delle persone e perseguendo il bene comune, faccia bene all’azienda. C’è sempre una correlazione tra azione dell’uomo e impresa, azione dell’uomo e futuro di un’impresa”.

L’agire economico, ha spiegato Papa Francesco, è sempre anche un fatto etico e un’economia sana non è mai slegata dal significato di ciò che si produce. In un’ottica di responsabilità sociale dell’impresa, è importante “lavorare insieme per costruire il bene comune e un nuovo umanesimo del lavoro, promuovere un lavoro rispettoso della dignità della persona che non guarda solo al profitto o alle esigenze produttive, ma promuove una vita degna, sapendo che il bene delle persone e il bene dell’azienda vanno di pari passo”.

Benessere delle persone e territorio al centro

Prendendo spunto dalle parole del Pontefice, la redazione di Persone&Conoscenze ha voluto interpellare i

player del mercato del welfare Leggi tutto >

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