La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

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In Italia le aziende sono interessate ai temi legati al welfare e al work life balance, ma –all’atto pratico− sono ancora poche quelle virtuose. Quali le cause? Mancanza di budget e scarsa cultura aziendale: lo rivela una survey condotta da Sodexo sul periodo settembre-dicembre 2012.

Su un campione di 7000 aziende, la ricerca ha fotografato la rispondenza delle aziende italiane rispetto a politiche di welfare in tre aree di servizio: salute e benessere, mobilità, incentivazione.
Sul tema ‘salute e benessere’ solo l’8,9% ha mostrato interesse, rivelando di offrire servizi legati al benessere dei dipendenti (25% di grandi aziende, 1% di imprese medio-piccole). Di questi per la maggior parte si tratta di polizze assicurative obbligatorie e, in rari casi di grandi aziende, campagne alla tutela della salute.
Tra le motivazioni per cui le organizzazioni non investono in servizi di benessere dei lavoratori troviamo: assenza di budget per il 40% di piccole imprese e per il 30% di grandi aziende, oltre il 45% di piccole e un 35% di grandi imprese dichiara un ‘non bisogno’, e infine il 10% non riconosce il tema benessere come un asset strategico.
In ambito mobilità, risponde al tema il 7,9%: solo il 25% di aziende mediopiccole e il 20% delle grandi eroga servizi legati agli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti. Per lo più si tratta della navetta aziendale e di benefit per la mobilità Pass Mobility messo a punto da ATM e Sodexo. Le motivazioni? Per il 40% di piccole aziende non è avvertito come un bisogno, mentre per il 23% è ‘colpa’ della mancanza di budget.
L’incentivazione invece è l’area più di interesse, soprattutto per la forza vendita in termini di performance e sviluppo del business. Le risposte hanno raggiunto il 79%: il 44% di piccole e il 20% di grandi imprese praticano politiche di incentivazione e regalistica; e ancora elevato il tradizionale buono carburante per il 56% di piccole e l’80% di grandi imprese.
Dal quadro emerge, al di là delle poche aziende virtuose e innovative in ambito Hr, una scarsa predisposizione delle organizzazioni a erogare servizi rivolti alla salute e al benessere delle proprie persone. La mancanza di sensibilità alle tematiche è dovuta a carenza effettiva di budget, ma anche di conoscenza dei effetti positivi sulla motivazione dei lavoratori.
Mai come ora fare cultura sul corporate welfare è davvero impellente: il benessere organizzativo può rappresentare un asset vincente nell’incremento di produttività e performance, in linea con politiche di ottimizzazione del rapporto investimenti/ risultati aziendali. Leggi tutto >

Colleghi e amici: è possibile?

Da un sondaggio condotto fra gli utenti di Infojobs.it, grande realtà italiana nel recruiting online, quasi la metà degli italiani (49%) ritiene che avere un ottimo feeling con i propri colleghi influisca sull’ambiente di lavoro in termini i ‘sentiment’ da un lato e sulle performance lavorative dall’altro.

Si sa, l’ufficio è il luongo dove si trascorre la maggior parte del tempo. Per questo lavorare in un ambiente sereno e accogliente può davvero fare la differenza. Lo pensa il 47,4% degli intervistati impegnati a instaurare un clima collaborativo con tutti i colleghi, mentre il 32,5% coltiva buoni rapporti solo con le persone che sente più affini. E ancora, il 18% del campione dichiara di sviluppare relazioni formali e solo il 2,1% è spesso coinvolto in situazioni conflittuali. Leggi tutto >

Le relazioni (im)possibili

La corretta progettazione e implementazione di sistemi di incentivazione manageriale è tema critico, sia nella prassi manageriale, sia in letteratura. Nello specifico la criticità del tema dal punto di vista manageriale è riconducibile a tre aspetti di fondo:

• la rilevanza del sistema di incentivazione come meccanismo di attrazione di risorse manageriali qualificate in azienda; Leggi tutto >

Come ricompensare il lavoro in modo più efficace ed efficiente

Per welfare aziendale si intende genericamente il sistema di prestazioni non monetarie finalizzate a incrementare il benessere individuale e familiare dei lavoratori dipendenti sotto il profilo economico e sociale. Rientrano in questa definizione sia i benefit, che rappresentano risorse destinate dal datore di lavoro a soddisfare bisogni previdenziali e assistenziali dei dipendenti (ad esempio il contributo a piano di assistenza sanitaria), sia i perquisite, che consistono invece in beni o servizi messi a disposizione dei dipendenti stessi (es. auto aziendale). Sotto la spinta di una crescente domanda di servizi da parte dei lavoratori e alla luce delle significative agevolazioni fiscali riconosciute dalla normativa vigente, un numero crescente di imprese sta arricchendo il sistema di welfare aziendale a disposizione dei propri dipendenti, adottando sempre di più una politica di total reward, nell’ambito della quale strumenti di tipo monetario (salario e retribuzione variabile) sono affiancati da strumenti non monetari (benefit e perquisite) per perseguire obiettivi di ottimizzazione fiscale e contributiva, di fidelizzazione, motivazione e attrazione delle risorse umane e di costruzione di una solida e duratura corporate identity. In quest’ottica il total reward si configura come il corrispettivo per una serie di aspettative che le persone riversano nel rapporto di lavoro e che vanno oltre la semplice componente monetaria. Nel corso del presente lavoro saranno approfonditi gli obiettivi e le esigenze alla base della crescente diffusione di piani di welfare aziendale, per poi passare ad analizzare le possibili prestazioni e soffermarsi sulle modalità più efficaci di progettazione e comunicazione di tali piani. Leggi tutto >

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