La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

Cosa significa oggi ‘stare bene al lavoro’? Si moltiplicano negli ultimi anni le iniziative di welfare da parte delle imprese, che sono sempre più attente al tema del benessere dei propri dipendenti inteso come leva organizzativa per favorire migliori performance individuali e una maggiore produttività collettiva.

Eppure c’è ancora margine per innovare e i territori da esplorare in ambito di benessere organizzativo sono sterminati. La digitalizzazione ha messo a disposizione nuovi strumenti a supporto del lavoro, che oggi più che mai risulta svincolato da limiti di tempo e luogo. Il lavoro non è più in un luogo definito e non ha più un orario, è potenzialmente sempre e ovunque, a patto di poter contare su device tecnologici che ci connettono con persone e rendono accessibili informazioni. Leggi tutto >

La rivoluzione digitale non ha un impatto sul solo comparto produttivo ma riguarda l’organizzazione interna delle imprese, che va cambiata. Il modello ford-taylorista non ha più ragione di essere applicato. L’organizzazione scientifica del lavoro è un testo scritto da Frederick Taylor nel 1911, nel pieno della Seconda Rivoluzione Industriale. Taylor inventa la catena di montaggio e il principio fondante è rappresentato dalla gerarchia. Le persone in fabbrica non devono pensare, l’operaio non deve interrogarsi sul senso di quel che sta facendo. Leggi tutto >

Prima dell’attuale sistema del welfare statale, e in continuità con una tradizione di agglomerati urbani destinati agli operai (risalenti al IX secolo), Ivrea, come sede della Olivetti, ha rappresentato un sistema territoriale unico per i servizi, l’assistenza e l’attenzione riservata ai dipendenti dell’azienda, tanto da essere preso poi come esempio e considerato un apripista in tal senso. Leggi tutto >

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Il termine Smart working è ormai entrato nel vocabolario comune, segno di un cambiamento che finalmente sta coinvolgendo le nostre realtà aziendali e non solo. In Europa modalità di lavoro flessibili sono regolate già da alcuni anni: l’Inghilterra, per esempio, ha per prima approvato la Flexible Working Regulation nel 2014, seguita da altri Paesi che hanno normato soluzioni di lavoro smart.

A livello europeo il Parlamento si è espresso nella risoluzione del 13 settembre 2016 (principio generale 48) dichiarando il lavoro agile uno strumento per favorire un miglior benessere sociale, una maggiore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e un rilancio demografico. In Italia diverse grandi organizzazioni hanno introdotto da tempo questa modalità di lavoro flessibile (Microsoft Italia addirittura dal 2006), ma è a partire dal 2017 che, grazie all’approvazione della Legge 81, il tema è entrato a pieno titolo nei dibattiti riguardanti la gestione delle risorse umane e l’innovazione dei processi organizzativi. Leggi tutto >

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