La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

Ripensare l’impresa per ripensare l’economia?

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di Gianfranco Rebora

 

“Che strana istituzione è dunque l’impresa, che sembra fluttuare in un mondo parallelo, fuori dalle regole generali che si suppone debbano governare qualunque forma di associazione importante e legalmente riconosciuta, quale l’impresa indubbiamente è, nelle nostre ‘società democratiche’?”. Questa è una delle domande che si pone Anna Grandori nel suo recente libro 10 tesi sull’impresa. Contro i luoghi comuni dell’economia, osservando come il dibattito sulle riforme si è in larga parte concentrato su temi macroeconomici, ignorando ampiamente quelle cause di crisi economica che sono annidate “nei modi in cui le imprese sono governate e organizzate”. Solo qualche voce isolata ha chiamato in causa per esempio i meccanismi di incentivo distorcenti, la distinzione degli interessi dell’impresa come istituzione da quelli della proprietà e in generale degli individui che partecipano alla stessa, la malfondata ricetta che le imprese debbano essere grandi per reggere alla concorrenza, la pesante assenza di attenzione alla crescita della conoscenza. 

Sono critiche che hanno spesso trovato spazio in questa rivista, come anche sono state oggetto di interventi a conferenze e convegni da parte di docenti di Organizzazione e di Economia Aziendale: ma, certo, senza avere grande risonanza nel più ampio dibattito pubblico del nostro Paese.
Paradossalmente, quelle stesse logiche di impresa che Grandori contesta vengono alcune volte prospettate come rimedi rivolti a risolvere la crisi di altre forme di organizzazioni sociali. Le 10 tesi esposte dall’autrice hanno però una portata più ampia e costituiscono un buon compendio delle problematiche aperte là dove si incontrano le teorie economiche dominanti e i comportamenti pratici delle imprese dei nostri tempi.

In particolare, ciò investe temi come i seguenti:
• l’inclusione del  ‘capitale umano’ nell’impresa come “societas” e quindi le problematiche della democrazia nelle organizzazioni;
• il ruolo delle forme ‘orizzontali’ di organizzazione, soprattutto nei settori altamente innovativi e nell’economia della conoscenza;
• la contraddizione tra ‘l’allineamento degli obiettivi’ e lo spazio per creatività e diversità;
• il ruolo ambiguo della responsabilità sociale dell’impresa almeno nelle sue interpretazioni più diffuse;
• le proposte per ‘un governo costituzionale dell’impresa’ eventualmente sostenuto anche dalla legislazione;
• la debolezza concettuale delle definizioni monodimensionali della performance dell’impresa;
• il carattere distorcente degli incentivi, in particolare con riferimento ai dirigenti.

 

 

Per leggere l’articolo completo (totale battute: 20000 circa – acquista la versione .pdf scrivendo a daniela.bobbiese@este.it (tel. 02.91434419)

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