La cura della persona e dell’ambiente di lavoro come opportunità di crescita per le organizzazioni

Intervista a Stefano Guantieri, General Manager di Vortice

Era un’azienda nata in una cantina nel centro di Milano: la passione del suo fondatore Attilio Pagani l’ha trasformata in un’impresa di successo. Che con il tempo si è strutturata fino a diventare leader del settore della ventilazione. La recente crisi, però, l’ha messa a dura prova: solo un piano strutturato di change management che ha puntato su nuove modalità operative, persone e innovazione tecnologica ha permesso di affrontarla e consolidare la presenza di Vortice sui mercati, soprattutto quelli internazionali. Cogliendo gli spunti del fondatore e gli indirizzi del Presidente Carlo Pagani, l’attuale General Manager Stefano Guantieri ha gestito questo profondo processo di cambiamento dell’azienda nel mare agitato di un’economia in forte recessione per traghettarla verso le attuali sfide. Leggi tutto >

Gli studi organizzativi offrono materiali importanti per approfondire i problemi dell’economia e della società contemporanea. Questa rubrica commenta i libri recenti che danno un contributo in questo senso.

Niklas Luhmann (1927-1998) è stato un grande sociologo dell’organizzazione e, più in generale, dei sistemi sociali, i cui contributi sono poco conosciuti nel mondo del management. Forse perché era tedesco e non americano, certamente per la complessità delle sue numerose e non facilmente leggibili pubblicazioni, anche quando tradotte in inglese e in italiano.
È utile, quindi, la recente pubblicazione della versione italiana di The Radical Luhmann di Hans-George Moeller (Per comprendere Luhmann. Una necessità per le classi dirigenti, IPOC, Milano, 2016).
Luciano Martinoli (nell’introduzione) e Francesco Zanotti (nel saggio pubblicato in Appendice: Oltre Luhmann… per costruire un nuovo sviluppo) ne danno una chiave di lettura attuale e orientata al futuro.
In questa rubrica Zanotti e Martinoli rispondono al commento critico del Direttore di Sviluppo&Organizzazione.
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Autori:

Vincenzo Mazzotta, Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Management dell’Università La Sapienza di Roma.
Mauro Gatti, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale presso il Dipartimento di Management dell’Università La Sapienza di Roma.

Esiste un impatto della hubris del CEO sulla capacità dell’organizzazione aziendale di agire in maniera imprenditoriale? La Upper echelons theory l’ha definita “un livello esagerato di core self evaluation” e ha analizzato l’impatto di tale tratto della personalità sulle decisioni strategiche e sulle performance aziendali, non riuscendo però a osservare sistematicamente i suoi effetti sul comportamento organizzativo. Nell’ambito dei comportamenti organizzativi oggetto di studi, la Strategic choice perspective ha delimitato il costrutto dell’attitudine imprenditoriale dell’impresa, definito come “un insieme di processi, pratiche, attività decisionali, che portano l’impresa a cogliere nuove opportunità”. Seguendo tali filoni di ricerca, cercheremo di investigare come la hubris del CEO, costrutto studiato approfonditamente sia nell’ambito dello strategic management sia nell’ambito del comportamento organizzativo, influenzi l’attitudine imprenditoriale dell’impresa. Tale studio intende offrire un contributo alla comprensione dell’influenza della personalità del CEO sull’organizzazione aziendale; non di meno, il contributo esterno riguarda la possibilità di individuare meccanismi di controllo manageriale e di corporate governance per prevenire l’incidenza negativa della hubris del CEO sulla capacità dell’impresa di innovare e, quindi, di creare valore nel medio lungo termine.             Leggi tutto >

di Antonio Cocozza, Vice Direttore del Dipartimento di Scienze della Formazione presso l’Università degli studi Roma Tre; Presidente del Corso di Laurea in Formazione e Sviluppo delle Risorse Umane presso la stessa università; Coordinatore dell’Osservatorio sulla scuola dell’autonomia Luiss Guido Carli.

La riforma proposta dal Ministro Madia si pone obiettivi particolarmente ambiziosi che riguardano una nuova disciplina della dirigenza pubblica, una maggiore partecipazione dei cittadini e una consistente semplificazione delle procedure, da perseguire attraverso un processo di profonda digitalizzazione. Si tratta di trasformazioni che per essere attuate richiedono l’implementazione di un nuovo modello organizzativo e una diversa cultura ispirata a una politica di governance strategicamente orientata. In linea con questa impostazione paradigmatica, la riforma si propone di perseguire una serie di obiettivi innovativi: garantire ai cittadini e alle imprese, anche attraverso un forte ricorso all’utilizzo delle Ict, il diritto di accedere a tutti i dati, i documenti e i servizi di loro interesse in modalità digitale, riducendo la necessità dell’accesso fisico agli uffici pubblici; definire il livello minimo di qualità, fruibilità, accessibilità e tempestività dei servizi online della Pubblica amministrazione e prevedere speciali regimi sanzionatori e premiali per le amministrazioni stesse; ridefinire e semplificare i procedimenti amministrativi, in relazione alle esigenze di celerità, certezza dei tempi e trasparenza nei confronti dei cittadini e delle imprese, mediante una disciplina basata sulla loro digitalizzazione e per la piena realizzazione del principio digital first, nonché l’organizzazione e le procedure interne a ciascuna amministrazione; ridurre gli uffici e il personale, anche dirigenziale, destinati ad attività strumentali, fatte salve le esigenze connesse a eventuali processi di re-internalizzazione di servizi, e correlativo rafforzamento degli uffici che erogano prestazioni ai cittadini e alle imprese. Leggi tutto >

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