Il titolo è stato ispirato dal Prof. Bruno Piccoli dell’Università Cattolica di Roma, secondo cui l’Ergonomia nasce, e si è storicamente sviluppata, per essere antropocentrica. Di questo si tiene conto nel trattare un tema particolarmente attuale: il lavoro d’ufficio, sempre più caratterizzato da un continuo contatto con un computer che per molte ore condiziona e determina comportamenti, azioni e pulsioni. Un opportuno “Guardiamoci Dentro”, nel senso più ampio del termine. Durante la configurazione di nuovi uffici, raramente si pone l’uomo al centro del percorso progettuale, per non parlare di quelli di vecchia concezione, dove l’uomo è spesso abbandonato ai suoi disagi operativi senza una adeguata tutela a favore della sua salute e del suo rendimento. Investire in una postazione di lavoro ergonomica non è un costo, ma un beneficio talmente palese che si percepisce all’istante e che assicura minore affaticamento e una migliore qualità della vita anche al di fuori delle lunghe giornate di lavoro. Nonostante gli obblighi legislativi, tuttavia, la storica e negativa teoria secondo cui “curare costa meno che prevenire“ resiste nel tempo, come una sorta di disimpegno colposo. Ma uno dei primi insegnamenti dati ai giovani medici consiste nel raccomandare che la terapia non peggiori la malattia e allora perché non incominciare a pensare che anche una responsabile applicazione della metodologia ergonomica, in fase progettuale, possa essere definita una ottima terapia?